La Lega contro Fini: “Parlamento discuta le sue dimissioni”

ROMA – La Lega chiede con una lettera all’ufficio di presidenza della Camera, al presidente Fini e ai capigruppo, di valutare la calendarizzazione di un dibattito in Aula sul ruolo del presidente Gianfranco Fini. Spiega il capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni: «le dimissioni stanno nella coscienza di ognuno, ma è necessario che almeno il Parlamento possa esprimersi», perchè «a nostro avviso andando avanti così si lede la dignità delle istituzioni e si crea un precedente pericoloso». «L’attuale posizione del presidente della Camera » Gianfranco Fini, «leader di un Gruppo dell’opposizione, da poco costituito in aperta e palese polemica con il presidente del Consiglio, mette a serio rischio» il suo «ruolo imparziale».

Per questo la Lega chiede che si «svolga in Aula un dibattito sulle modalità che, a norma del Regolamento, devono caratterizzare lo svolgimento del delicato ruolo arbitrale affidato al presidente della Camera». La richiesta è contenuta in una lettera scritta dal presidente dei deputati del Carroccio, Marco Reguzzoni, indirizzata allo stesso Fini, all’Ufficio di presidenza di Montecitorio e alla Conferenza dei Capigruppo, organismo, quest’ultimo, a cui si chiede di esaminare la proposta avanzata dal partito di Umberto Bossi nella prima riunione del prossimo anno convocata per l’11 gennaio.

Nella lettera a Fini, ai capigruppo e all’Ufficio di presidenza della Camera, Reguzzoni denuncia «vicende paradossali ed istituzionalmente inaccettabili, quali ad esempio, ministri e sottosegretari che hanno dichiarato di rimettere il loro incarico nelle mani del presidente della Camera» e «comportamenti criticabili» dello stesso presidente della Camera, «quali ad esempio il tentativo di convincimento di deputati eletti nelle liste di maggioranza ad appoggiare le mozioni di sfiducia nei confronti del governo». Il capogruppo della Lega rimprovera poi a Fini di aver «invitato il presidente del Consiglio a dimettersi prima del voto di sfiducia, manovra lesiva della dignità del Parlamento. Queste prassi rischiano di costituire pericolosi precedenti incompatibili con il ruolo del presidente dell’Assemblea e configurano perciò una questione che travalica la persona del presidente della Camera e che attiene piuttosto alla necessità di preservare il prestigio e l’autorevolezza istituzionale della presidenza, rendendo ineludibile un dibattito parlamentare che consenta, senza approdare necessariamente ad un voto, l’esercizio del potere democratico di espressione del Parlamento». «Non abbiamo fatto segreto con nessuno -ha concluso Reguzzoni- di questa iniziativa, compreso il Pdl, il cui capogruppo Cicchitto è perfettamente informato».

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