The Wall. Un urlo contro la stupidità della violenza

ROMA – Un urlo contro ogni guerra, questo è il film evento The Wall diretto da Roger Waters e da Sean Evans direttore creativo del concerto che il leggendario musicista inglese dei Pink Floyd ha portato in giro per il mondo e che sarà nella sale d’Italia solo dal 29 Settembre al 1 Ottobre. Non perdetelo. 

Anche se la potenza è mitigata dalla distanza dello schermo, può The Wall, come racconta l’attore irlandese Liam Neeson, all’inizio del film, cambiare la tua vita e avere più forza di mille retoriche, parole, gesti e diventare un vero choc contro ogni guerra, razzismo, discriminazione, contro la stupidità della violenza. Il gigantesco muro diventa uno schermo, dove s’inseguono immagini di forte impatto accompagnata dalla splendida musica senza tempo di The Wall. Il muro-schermo, mosso continuamente da invisibile man in black, diventa un treno che corre, un vetro che si frantuma, si riempie di graffiti e scritte, di bombe e di aerei, di mostri e di bellezza, in un’emozione visiva e musicale che attanaglia, lasciandoti inchiodato li. Il film parte con la rivelazione di un dolore privato di Roger Waters, che ci porta nei cimiteri di Guerra in Francia e in Italia, a Monte Cassino, dove si trovano le tombe del nonno che ha perso la vita nella prima Guerra e il padre nella seconda guerra mondiale. Conosciamo il suo dolore profondo, lo smarrimento per non aver conosciuto l’amore di un padre, l’odio per le guerre ed è così che il muro di The Wall diventa ancora più simbolico quando si riempie delle foto dei caduti, donne, uomini, bambini,  di ogni nazionalità, epoca, di tutte le guerre e di tutti i conflitti, della follia degli attentati, della violenza. Uno spettacolo che va aldilà della musica. The Wall, ha una forza che coinvolge, che emoziona e che unisce ed è anche commovente vedere i visi di tanti giovani rigati di lacrime, una platea di giovanissimi che canta e si muove e partecipa con Roger Waters a questo splendido spettacolo, in un’altalena unica, tra momenti d’intimità, e graffiante rock. In qualche modo il cinema normalizza in parte lo stupore degli effetti (siamo abituati a vedere al cinema qualsiasi prodigio visivo), mentre dal vivo l’impatto deve essere incredibilmente maggiore, però al cinema possiamo vedere i dettagli, il retro palco, le riprese dall’alto che rivelano la distesa immensa del pubblico, i fumi, i fuochi d’artificio, e Roger Waters intimo, il suo viaggio attraverso i ricordi fra la Francia e l’Italia.

Un film da non perdere, anche per il siparietto finale in cui Roger Waters e Nick Mason, con humour profondamente inglese rispondono ad alcune domande dei fan, glissando elegantemente le risposte su David Gilmour e sulla loro controversia. Davvero molto divertente.

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