Cannes 2012. Parole, polemiche e decalogo di Moretti

CANNES (corrispondente). “ Moonrise kingdom” di Wes Anderson, che ha inaugurato la 65ma edizione del Festival di Cannes,  vanta nel cast Edward Norton  (chi non lo ricorda in “Fight club”?), Bruce Willis (Finalmente senza fucile e molto altro), Tilda Swinton (indimenticata “Orlando” cinematografica da Virginia Woolf)  e Bill Murray (che si è presentato con una divertente giacca patchwork) eppure il cast non é bastato a infiammare gli animi,  il film ha avuto una tiepida accoglienza da parte del pubblico, nonché della stampa.

Sarà per le “inquadrature geometriche, dall’alto in basso, da destra a sinistra” come commenta dalla Croisette Francesco Castelnuovo?   I due protagonisti della pellicola,  i piccoli  Jared  Gilman      ( Sam) e    Kara  Hayward (Suzy),  dodicenni  al debutto sul grande schermo, sono stati i veri protagonisti della giornata. Largo ai giovani.

Naturalmente le polemiche non sono mancate: ad inaugurarle è stato il collettivo femminista La Barbe, denunciando l’assenza di registe donne tra i  22 film in concorso. Il Direttore del festival Thierry Fremaux ha immediatamente ribattuto: le opere vengono scelte in base alla loro qualità e non in base al sesso dell’autore. Nessun filmato di una donna sarebbe stato dunque ritenuto “di qualità” ? Tutte avrebbero fatto brutti film? Possibile? Ci chiediamo…

Nanni Moretti, il presidente della giuria che gode in Francia di grande considerazione, ha dal canto suo stilato il decalogo del giurato perfetto: poco divertimento e frequenti riunioni, almeno una ogni due giorni, mantenendo naturalmente il segreto sui loro contenuti; i film li devono vedere tutti e per intero,  e nessuno applaudire alla fine delle proiezioni. Ma Moretti di chiedere ai suoi giurati di non frequentare i party, come fece a Venezia nel 2001, stavolta non se l’è sentita. “Un film che mi sorprenda, che rifletta sia sulla realtà sia sul cinema” è l’ambizione di Moretti Presidente  però, commenta ironicamente e sornione: “sono parole, parole, parole…”

Ad accendere lo schermo della sezione Un certain regard presieduta da Tim Roth, è stato  il cinese Mystery di Lou Ye che torna a Cannes dopo il divieto di girare film per cinque anni impostogli dalle autorità del suo Paese nel 2006 per aver presentato al festival il film senza la loro autorizzazione.

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