Teatro Quirino. “La signora Baba e il suo servo Ruba”, se morisse la vecchia… Recensione

ROMA – «Se morisse la vecchia qui sarebbe una pacchia» così canta il Nipote, impiegato nel Ristorante di sua nonna, Baba, durante una pausa sigaretta con il domestico, Ruba.

«I tempi, sono quelli che sono, bisogna sopravvivere, se per farlo dobbiamo pregare per il miracolo, preghiamo» così ha dichiarato il Nipote, che con “miracolo” allude alla morte della nonna. In tempi di recessione il giovane non ha trovato altro lavoro che in qualche call center per poi finire a servire nel ristorante di famiglia. Ruba, invece, il factotum indiano, ha otto figli da mantenere ed è costretto a lavorare nell’ombra, nella speranza di essere poi messo in regola. L’umanità del domestico contrasta con lo scaltro egoismo del nipote, interpretato da Vito Saccinto, che augura la morte a sua nonna, pur di subentrare alla gestione del ristorante. Desiderio presto esaudito, ma che non porterà i frutti sperati. Interpretazione degna di nota, carica di humour è quella di Barbara Moselli, che interpreta le “due vecchie”, la nonna Baba e l’inserviente ai tavoli che si esprime a proverbi, ironizzando su se stessa “ormai sono con un piede nella fossa”. Farsa sul lavoro, ispirata a “Il Signor Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht, strizza l’occhio all’attualità ma con humour e leggerezza. Cinquanta minuti ben progettati da Marco Taddei, che oltre ad essere il registra interpreta il servo Ruba, “l’ultimo tra gli ultimi”.

La signora Baba ed il suo servo Ruba
Regia di Marco Taddei
Barbara Moselli che interpreta Baba ed una domestica
Vito Saccinto che interpreta il Nipote
Marco Taddei che interpreta Ruba

Testo vincitore del premio Urgenze del Teatro Inverso di Brescia

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