SNGCI. Rilanciare il CSC e Cinecittà studios

I cinegiornalisti sul Centro sperimentale di cinematografia e Cinecittà Studios: “No a tagli e ristrutturazioni senza garanzie e criteri di rilancio”

ROMA _ Il “caso” aperto di Cinecittà Studios, così come la trasformazione annunciata dell’assetto del Centro Sperimentale di Cinematografia, senza un generale quadro di riordino e rilancio delle strutture, preoccupa anche i giornalisti cinematografici. In sintonia con il SNCCI, Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, che ha già chiesto sul tema un incontro ufficiale alla Direzione Generale per il Cinema del MiBAC, il SNGCI chiede, pertanto, che ogni cambiamento annunciato avvenga in un quadro di trasparenza e di certezze per il futuro. Ciò sia per quanto riguarda la garanzia che Cinecittà non perda il valore anche storico e l’unicità della sua struttura e del suo ruolo nel cinema mondiale, sia perché al Centro Sperimentale di Cinematografia siano assicurate efficienza, sostegno economico e una gestione all’altezza di quell’eccellenza della didattica che va assicurata ad una struttura di prestigio come la Scuola cinematografica più antica del mondo.
«La necessità di una riforma, anche radicale, dei criteri di governo e di gestione del Centro Sperimentale non è in discussione» afferma a nome del Direttivo Nazionale del SNGCI il Presidente Laura Delli Colli «soprattutto di fronte al forte squilibrio nella destinazione dei costi (divisi iniquamente tra gestione e investimento sulla didattica). Ma preoccupa fortemente il metodo dei “tagli” e delle ristrutturazioni attraverso il quale,in un restyling anche annunciato ma ora aperto a pericolose incursioni, il cinema rischia di pagare ancora una volta il prezzo più alto, nella mancanza di una strategia globale che valorizzi il suo ruolo e quello della Cultura nella vita democratica e nella crescita sociale di questo Paese».

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