“Ballata dell’odio e dell’amore” : delirio creativo di carne e sangue. Recensione. Trailer

ROMA – Durante la guerra civile spagnola un pagliaccio, reclutato con la forza da un gruppo di repubblicani nel bel mezzo di uno spettacolo comico, fa strage di soldati franchisti.

Più di trenta anni dopo Javier, figlio del clown in questione, tenta di ripercorrere la carriera artistica che fu di suo padre e di suo nonno. Tuttavia ha vissuto sulla pelle troppe esperienze tragiche per essere in grado di ridere e far divertire i bambini. Può ricoprire dunque solo il ruolo del pagliaccio triste  al fianco dell’ osannato Sergio, che ha invece la capacità di entusiasmare il giovane pubblico. Sergio però è anche un uomo estremamente violento che picchia abitualmente sua moglie, la bellissima Natalie. Quando Javier si infatua di lei si compone un triangolo amoroso esplosivo che si tinge immediatamente di rosso.

Questa ballata tragica ancor più che triste mostra un gusto per il parossistico che raggiunge il culmine nella parte finale (piena di rimandi hitchcockiani). E’ un film di carne e sangue: benché non si avvalga delle più moderne tecnologie tridimensionali, appare quasi tangibile. Non c’è spazio per l’implicito o per le sfumature. Tutto viene impresso a chiare lettere sullo schermo in un delirio creativo ed espressivo che va di pari passo con la montante follia dei personaggi. Da questo punto di vista l’esagerazione della trama, dei toni, l’ingrandimento dei particolari sono espedienti che facilitano la messa a fuoco del contenuto. Il nocciolo è costituito da relazioni patologiche che, come afferma la protagonista in una sequenza, sembrano  condurre inevitabilmente alla perdizione ed alla distruzione, ma nondimeno appaiono come ineludibili.  Siamo davanti ad una drammatica incapacità di rinnegare un destino che sembra scritto da altri, quasi fosse frutto del capriccio divino tipico di una tragedia greca. Basta pensare al personaggio di Javier, condannato a fare il pagliaccio dalla tradizione familiare e allo stesso tempo impossibilitato a farlo dalle sue vicissitudini personali. Costretto dunque entro una situazione paradossale ed insostenibile il cui esito naturale sembra la  pazzia. La crudezza delle immagini viene talvolta stemperata da una ironia del tutto particolare. La carica drammatica tuttavia resta, non c’è l’intenzionalità primaria di far ridere il pubblico. Si tratta piuttosto di sprazzi di un eccentrico umorismo che si accorda con lo stile surreale che pervade tutta la pellicola. Per molti aspetti l’opera di Alex de la Iglesia è magnetica, seducente. Se ne può restare incantati, scioccati, disgustati. Può anche risultare stucchevole nel suo gigantismo.  Ad ogni modo, nel dubbio, il nostro consiglio è di andare a vederla. Con attenzione.

REGIA: Alex de la Iglesia
ATTORI: Carlos Areces, Antonio De La Torre, Carolina Bang, Sancho Grazia
SCENEGGIATURA: Alex de la Iglesia
FOTOGRAFIA: Kiko de la Rica
GENERE: Drammatico/ Grottesco
DURATA: 108 minuti
USCITA NELLE SALE: 8 novembre 2012

Ballata dell’odio e dell’amore – trailer

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