Korea Festival. Ritratto di “famiglia sudcoreana” attraverso il regista Im Sang-soo

MILANO – Im Sang soo, regista e maestro del Cinema Coreano è l’ospite d’eccezione all’undicesima edizione del Florance Korea Film Festival (15-23 Marzo 2013), diretto da Riccardo Gelli, ideatore e fondatore del Festival.

A Firenze, il regista asiatico, ha portato due dei suoi ultimi film, The Housemaid e The taste of Money, entrambi in concorso al Festival del Cinema di Cannes, la prima pellicola presentata sulla Croisette nel 2010 e la seconda nel 2012. Con questi film il regista racconta, a tratti forse con eccessiva teatralità, per la sensibilità occidentale, il tema della lotta di classe e getta lo sguardo sulla società sud coreana contemporanea, dove vige una netta distinzione economica e sessuale e una sopraffazione del più debole. Quello che più colpisce lo spettatore è il gioco cinico dei potenti, che riescono ad ottenere dai deboli quello che vogliono e la loro disumanità usata senza scrupoli, nei confronti di chi, anche involontariamente, invade il loro campo e osa oltrepassare la soglia della discriminazione sociale. Una borghesia, che viola le leggi della morale, giustificandosi con la messa in scena di una violata felicità familiare ”. Chi non appartiene a una classe sociale “ricca” viene senza pietà travolto . In particolare in The Housemaid, ci investono come pietre le donne spietate della casa , che travolgono senza pietà un’altra donna e le infliggono un “orribile castigo”, che la porterà a una fine orribile. Molto bravi gli attori che riescono a trasmettere intense emozioni: potente l’interpretazione della protagonista Jeon Do-yeon, schiva, selettiva e poliedrica, una delle attrici più acclamate del cinema asiatico contemporaneo e in questi giorni a Firenze è la madrina del Florence Korea Film Festival.
Storia The Housemaid: Dopo aver assistito al suicidio di una ragazza per strada Eun-yi ( Jeon Do-yeon), viene assunta come domestica presso una famiglia dell’alta borghesia. Presto dovrà soddisfare il desiderio di possesso del suo “padrone”, ma quando le donne di casa vengono a sapere che la giovane si ritrova incinta, vittima designata di un sistema sociale di un’atroce crudeltà, la padrona, la viziatinissima e bellissima moglie incinta di due gemelli e sua madre determinate a distruggere la minaccia che la domestica rappresenta per il loro status sociale, non esitano da donne scaltre e manipolatrici, a suon di veleni e di aborti a  procurarle il peggio, ma ci sarà la vendetta….

Intervista al regista Im Sang-soo.
In che modo the Housemaid si rapporta all’originale del 1961 di Kim-Ki-young e perché riproporla mezzo secolo dopo?
Ho voluto riproporla perché è stato uno spunto per fare conoscere un desolante spaccato della società sudcoreana e parlare del divario che esiste ancora oggi tra le classi sociali. Volevo descrivere la vita dorata dei superricchi che dai loro rifugi isolati, orchestrano la nostra società.

Quali differenze ci sono tra la protagonista “ l’amante domestica” dell’originale e quella del suo film?
La protagonista di KimKi-Young era una femme fatale, una mantide, una donna pericolosa. La mia Eun-yi è una giovane di bassa estrazione sociale assunta come governante, una ragazza sola, bisognosa di affetto, vittima degli istinti e dei capricci sessuali del suo datore di lavoro. Il protagonista al centro della storia, nel film del 1960 era un individuo afflitto dai sensi di colpa, qui è viziato, insensibile e profondamente cinico, un uomo arrogante che vuole avere tutto ciò che desidera. Nella sua concezione la baby-sitter è solo qualcosa che può essere comprato come un qualsiasi oggetto della casa. Eun-i è nel mio film una figura remissiva, umiliata, che soffre molto. Ma alla fine saprà essere lo stesso pericolosa facendo esplodere tutta la sua rabbia vendicandosi.

Queste differenze tra la figura originaria e quella odierna riflettono una mutazione della società sudcoreana?
Nel 1960 la borghesia cominciava a insediarsi, oggi si è consolidata un’alta borghesia particolarmente spietata. Ho voluto incentrare la mia opera nei rapporti di potere e di classe in Corea del Sud, mostrare come quest’alta borghesia umili ed emargini i poveri. Ci troviamo di fronte a un’elite prepotente, che dietro le tende delle sue sontuose ville, controlla la politica e la società. Vampiri, che pilotano e dominano anche i politici, manipolatori nell’ombra che volevo osservare da vicino. Il popolo deve sapere chi sono, cosa fanno e cosa vogliono. Ci sono evidenti correlazioni tra sessualità, degrado e potere. Il Paese è diviso in due da un forte divario economico: da un lato i ricchissimi, dall’altra una fetta di popolazione costretta dalle proprie condizioni a compromessi che possono sfociare in nuove forme di schiavitù.

Fino alla ribellione….
Ne è un esempio la protagonista, un’anima pura, che nel proprio intimo non è una domestica e non piegherà mai la testa, arrivando all’estremo gesto finale, dimostrando come può diventare una persona lesa nella propria dignità. Il film tratta un tema non solo coreano, ma universale, l’umiliazione che i potenti infliggono ai più deboli. Se la nostra società non avesse conosciuto rivolte, ci sarebbero ancora più ingiustizie.
Oltre alle disparità di classe nella società descritta dalla sua opera spicca una società fortemente maschilista?
Era quello che volevo fare emergere ad es. la moglie e la suocera del protagonista, sono loro le vere “domestiche”, perché saranno sempre sottomesse al potere maschile per mantenere il loro status economico e sociale. Mi auguro che nel futuro prossimo le donne potranno realizzarsi, al momento la Corea del Sud è un paese di “prostitute”, a volte inserite anche in ambito istituzionale.

Nel suo film il sesso è un elemento centrale per comprendere le dinamiche familiari e di coppia?
L’uomo fa sesso solo per istinto. Mentre la donna coinvolta dal punto di vista sentimentale è portata a subire, il maschio è più insensibile e le rovina la vita. Ma il sesso, non si carica mai di una forza dirompente, in grado di scardinare il sistema di relazioni stabilite dalla comunità. Come in the Housemaid, così nella nostra società la famiglia rimane intoccabile, in un contesto d’impermeabile ipocrisia o puritanesimo solo di facciata.
Nel film volevo sottolineare come molti attentati terroristici o molti suicidi non si verificherebbero se ci fossero meno surprusi, come nel caso della domestica del film che non sopporta più il disprezzo e arriva all’estremo gesto del suicidio.

 The Taste of Money, suo secondo film al Florence Korea Film Festival ,in anteprima in Italia, è la prosecuzione di the Housemaid e parte da Nami la bambina della famiglia più ricca della Corea che alla fine di the Housemaid assiste al suicidio della cameriera…
Lei è l’unica che potrà sfuggire all’ebbrezza e al dominio del denaro. La ritroviamo da adulta come potenziale distruttrice di un sistema corrotto.

Cosa ti ha spinto a realizzare the Taste of Money?
Mi interessa mostrare ancora una volta l’alta borghesia sudcoreana e fare emergere come spesso, persone perbene e normali diventano pedine e schiave del sistema. I ricchi hanno potere con il denaro. Molti sud coreani si sentono sopraffatti come il personaggio del mio film e lo strapotere, dei ricchi pesa sui ceti medio – bassi. Soprattutto la nostra società  ingiusta mi ha spinto a fare il film ed io ho compassione nei confronti di chi soffre.

Ci può essere un parallelismo tra la società sud coreana e la nostra italiana?
Sì e penso che sia successo lo stesso in Italia e anche da voi chi è ricco si è arricchito ancora di più, il ceto medio è scomparso e i poveri sono aumentati.

E’ importante che il potere politico si differenzi dal potere economico?
Dappertutto nel mondo il potere economico prende terreno. E così la politica è controllata dal potere dei soldi. E’ invece assolutamente necessario che il potere politico si dissoci dall’influenza del denaro.

Il finale del film ci  lascia speranza…
Il protagonista Young-jak vuole scappare da una vita fatta di intrighi. In lui c’è una nobiltà d’animo e un mondo di valori che prende il sopravvento su un mondo nel quale soldi, sesso e potere la fanno da padroni fino a diventare un’ossessione.

Martedì 19 Marzo Cinema Odeon di Firenze proiezione di The Housemaid in sala incontra il pubblico l’attrice protagonista Jean Do-yeon.

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