“Bianca come il latte, rossa come il sangue”. Recensione. Trailer

TORINO –  Leo ha sedici anni e i suoi colori sono due: il bianco e il rosso. Spettinato e apparentemente bullo, si diletta a giocare a calcio. Silvia e Niko (Aurora Ruffino e Romolo Guerreri) sono  suoi amici, portavoci umorali di quei colori che alternativamente turbano il protagonista, tra gioie e dolori. I genitori (Flavio Insinna e Cecilia Dazzi)  spettatori dei cambiamenti del figlio.

Rosso è il sangue che pulsa nelle vene prima di entrare in campo, rosso è il colore dei capelli di Beatrice, la ragazza dei suoi sogni; bianco è il silenzio che Leo vuole evitare. Distratto e impertinente vive tra i banchi di scuola, rapito da un professore (Luca Argentero) che lo educa alla letteratura e lo sfida in incontri di boxe, che diventano momenti di sfogo e di riflessione di un giovane impaurito di fronte alla vita. E’ innamorato pazzo di Beatrice. Farebbe per lei, qualsiasi cosa. Scopre il bianco ed è il vuoto. Beatrice è malata. Bianco, è il colore che il sangue assume quando la sua malattia avanza. Leo comincia il suo percorso in salita. Aiuta come può Beatrice.

Presentando il film alla stampa il regista dichiara:  ”Gli spazi e i luoghi della città dove si svolge la storia non sono realistici, ma sono colorati e trasfigurati dal filtro emotivo del momento, che il giovane sedicenne vive”. Campiotti desidera “raccontare un dolore, ma avere un film pieno di vita”. La stessa, che invita a riflettere sulla crisi di oggi, “affinchè le persone guardino più nel profondo”. I segreti che Silvia custodisce per difendere e difendersi da Leo, le provocazioni del professore, diventano profonda riflessione “sull’agire” della vita. La scoperta della malattia di Beatrice è momento per Leo di presa “inconsapevole” di coscienza. Dice di amarla, ma non sa che Beatrice apparterrà alla stagione foscoliana delle “illusioni”.

La ricerca di Dio, irrisa dietro i goffi tentativi di distrarla dal pensiero della morte, è accompagnata dal richiamo costante alla speranza. Alessandro D’Avenia (autore del libro) dice: “Stando con i ragazzi scopro che l’argomento più frequente è Dio. E’ una domanda di senso. Il mio libro è una sommessa confessione di una lotta, di un dialogo”. Filippo Scicchitano, il protagonista,  dichiara di aver imparato dal film “a credere in un mondo migliore”.

A conclusione della conferenza pongo a D’Avenia la domanda: “Il film sembra quasi rifarsi alle virtù teologali: fede, speranza, carità. Le stesse con le quali agisce Leo. La medesima investitura è affidata alla letteratura e alle parole del professore. La cura è la letteratura?”  Lo scrittore risponde che in autori come Sterne e Dostoevskij  Dio  enfatizza il carattere dubitativo e nostalgico di una “necessaria” speranza. Il film è accarezzato dalla musica giovanile dei Modà.

USCITA CINEMA: 04/04/2013
GENERE: Drammatico

REGIA: Giacomo Campiotti

SCENEGGIATURA: Fabio Bonifacci, Alessandro D’Avenia

ATTORI: 
Luca Argentero, Filippo Scicchitano, Aurora Ruffino, Gaia Weiss, Romolo Guerreri, Gabriele Maggio,Roberto Salussoglia, Pasquale Salerno, Michele Codognesi, Ilaria Ingenito, Flavio Insinna, Cecilia Dazzi,Eugenio Franceschini

FOTOGRAFIA: Fabrizio Lucci

MONTAGGIO: Alessio Doglione

PRODUZIONE: Lux Vide, Rai Cinema

DISTRIBUZIONE: 01 Distibution

PAESE: Italia 2013

DURATA: 102 Min

FORMATO: Colore

Tratto dall’omonimo best seller di Alessandro D’Avenia, edito da Mondadori.

Bianca come il  latte rossa come il sangue – Trailer

 

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