“Into Paradiso”: favola sull’integrazione, con un dispetto alla camorra

ROMA – Per fortuna una Napoli senza stereotipi. E immersa nella realtà di oggi. Non c’è il disoccupato, ma c’è il ricercatore precario, ad esempio.

È una città rappresentativa di tutta la penisola, alle prese con gli stessi problemi. Certo, c’è la camorra; ma lo sguardo che la regista ci butta sopra è ironico, dissacrante, sognatore. Into Paradiso, film d’esordio della regista Paola Randi, nata a Milano ma innamorata pazza di Napoli, è una storia, molto originale, sull’integrazione e sull’amicizia tra un napoletano e un cingalese. L’idea le è venuta quando ha visto giocare nella stessa piazza un gruppo di piccoli cingalesi a cricket e un gruppo di coetanei napoletani a calcio.

Alfonso D’Onofrio è un ricercatore appena licenziato per mancanza di fondi. Per cercare di riottenere un posto di lavoro, decide di rivolgersi a una vecchia conoscenza impegnata in politica, ma anche invischiata con la criminalità organizzata. La camorra gli chiede un favore e lui lo chiede al povero Alfonso, che si troverà, incolpevole, immischiato in un regolamento di colpi: un uomo comune che finisce in mezzo ai guai. Per sfuggire ai camorristi, si rifugerà in una casupola, nel centro del paradiso che dà il titolo al film, dove vive la comunità srilankese. Lì incontrerà Gayan, un ex campione di cricket. Tra i due nascerà un rapporto basato prima sulla solidarietà e poi su una sincera amicizia. La regista affronta il tema dell’integrazione in modo particolare. Non parte dalla negazione dell’integrazione per poi appiccicare un lieto fine: i due protagonisti non superano la diffidenza o l’avversione nei confronti dello straniero prima di avvicinarsi e scoprirsi. E’ un incontro spontaneo tra due persone che hanno bisogno di un aiuto. E per entrambi sarà decisivo proprio l’aiuto dell’altro per uscire dai guai. L’accento è messo dunque sull’arricchimento che ognuno di noi può ricevere dallo straniero.
Sono sorprendenti le scelte registiche di Randi, che in alcune sequenze ha ben presente la lezione di registi molto visionari come Michel Gondry o Jean-Pierre Jeunet, il papà del Fantastico mondo di Amélie. Nel film – presentato a Venezia nella sezione Controcampo italiano – Gianfelice Imparato, Peppe Servillo e Saman Anthony.

REGIA: Paola Randi
SCENEGGIATURA: Antonella Antonia Paolini, Paola Randi, Luca Infascelli, Chiara Barzini
ATTORI: Gianfelice Imparato, Peppe Servillo, Saman Anthony, Eloma Ran Janz,Gianni
Ferreri, Shatzi Mosca
FOTOGRAFIA: Mario Amura
MONTAGGIO: Gianni Vezzosi
MUSICHE: Fausto Mesolella
PRODUZIONE: Fabrizio Mosca per Acaba Produzioni in associazione con Cinecittà Luce
DISTRIBUZIONE: Istituto Luce

Trailer



Trailer fornito da Filmtrailer.com

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