Primo Piano sull’Autore. Mariotti: “Sdoganare la produttività nel cinema”…

ROMA – Franco Mariotti, giornalista cinematografico, addetto stampa di Cinecittà Holding, direttore artistico de “L’altro Cinema” e “Primo Piano sull’autore” ,  rassegna cinematografica che si svolge ad Assisi, dedicata alla rilettura dell’opera degli autori che hanno segnato il mondo della cultura e dello spettacolo, nel 2013 alla sua trentaduesima edizione. 

In questa intervista a Dazebao Franco Mariotti racconta la fatica e la gioia di rinnovare questo appuntamento importante,  dedicato alla settima arte.

 

D. Il miracolo di Primo Piano sull’Autore si rinnova anche quest’anno, come si spiega nella difficile situazione?

F. M. Domanda interessante visto che abbiamo una situazione molto difficile per quello che riguarda i finanziamenti delle manifestazioni culturali. Alla fine però con amici che ti aiutano a sponsorizzare – anche se poco ma, come diceva il mio insegnate di religione, il poco è meglio di niente –  riuscirò a portare a termine l’edizione 2013 di Primo Piano sull’Autore.

 

D. A chi saranno dedicate le giornate di studio?

F.M. A Neri Parenti perchè mi sembrava doveroso. E’ un autore importantissimo. Inizia a lavorare giovanissimo con Festa Campanile, Franciosa, con altre personalità miliari nella storia del nostro cinema, in modo particolare per la cosiddetta “commedia all’italiana”, dalle quali è stato scelto per le sue qualità . E’ diventato famosissimo con  il “cinepanettone”, definizione riduttiva, visto che il cinema è seguito soprattutto dai giovani dai quattordici ai venticinque anni, se loro rispondono riempiendo le sale cinematografiche, capire il perché di questo interesse è necessario. Non a caso. oggi, all’università si fanno delle tesi sul cosiddetto “cinepanettone”. Doveroso dunque dare a un uomo,  che ha impresso un impulso produttivo eccezionale al nostro cinema, lo spazio di un approfondimento culturale attraverso l’indagine di critici, storici, imprenditori, tecnici della settima arte.

 

D. Neri Parenti è una colonna dell’industria cinematografica, nelle giornate di Primo Piano c’è il desiderio di sdoganare la produttività?

F. M. Non c’è dubbio. Se noi guardiamo la storia del nostro cinema, questo aspetto ha sempre camminato su un binario parallelo. Dopo il neorealismo c’erano Totò e Carolina, Visconti e De Sica, a Rossellini si affiancavano le Vacanze a Ischia. E’ nato il western accanto a Pasolini e Bertolucci. Se l’industria cinematografica incassa 40 o 50 milioni di euro noi la dobbiamo sdoganare. Io l’ho fatto anni fa, a Primo Piano, con i Vanzina, allora quasi messi all’indice… ma  alla fine i colleghi hanno dovuto riconoscere che Mariotti sdoganava i Vanzina ad Assisi. In realtà, più semplicemente, erano i Vanzina a meritare maggiore attenzione.

 

 

D. Come vedi l’industria cinematografica oggi?

Ultimamente ,  ci sono Neri parenti, Checco Zalone, Siani… mi scuso se dimentico qualcuno, tuttavia sono un po’ pochini. Il pubblico risponde, la critica ignora.

 

D. Primo Piano si svolge ad Assisi, le sue giornate di studio coinvolgono scuole ed università, la cultura da anche un ritorno economico?

F.M. Non c’è dubbio. Albergatori e negozianti ogni volta che mi incontrano si raccomandano perché la manifestazione continui. In quei giorni c’è un movimento di persone, un indotto che viene coinvolto, tutto ciò porta benessere al comune di Assisi. Porta benessere alle scuole, alle università, al cinema stesso visto che la sala cinematografica viene riaperta per l’occasione. La chiusura delle sale cinematografiche è una difficoltà non solo di Assisi, di tutta Italia.

 

D. Primo Piano sull’Autore è stato presente alla Mostra di Venezia 2013. Che giudizio ne dai?

F.M. Così come Venezia segnala i migliori, lo stesso fa Primo Piano con il “Premio Domenico Meccoli scrivere di cinema”, Meccoli è stato tra l’altro direttore della mostra di Venezia. Un  riconoscimento che viene dato a quanti, nell’arco dell’anno, si sono distinti nel promuovere il cinema italiano, attraverso i mezzi di comunicazione: dal libro, alla recensione, in tutte le forme dei mass media. Per quanto riguarda la mostra d’arte cinematografica di Venezia, avendo lavorato personalmente lì per quarant’anni e avendo ricoperto più di un ruolo, conosco le difficoltà inerenti al prodotto cinematografico e alla sua organizzazione e diffusione.  Quello di quest’anno a Venezia è stato un buon programma, che ha ricoperto a 360 gradi il panorama cinematografico dal documentario all’applaudito “Philomena”. Ciò che dovrebbe farsi meglio è trovare una soluzione per i giovani,  perché possano vivere la Mostra, avere spazi umanamente accessibili per mangiare e dormire. Se la mostra riuscisse a risolvere questo non piccolo problema, potrebbe rinascere, trarre nuova linfa da coloro che amano il cinema, per il cinema stesso.

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