Questione di tempo. A spasso tra i ricordi con british humour. Recensione. Trailer

ROMA – Immaginate che all’età di 21 anni, considerata la vera maturità e appesantita dalle prime grandi responsabilità, vostro padre vi dica che tutti gli uomini della famiglia possono tornare indietro nel tempo, viaggiando attraverso i ricordi.

Niente di troppo serio, solo un piccolo aiuto per correggere quelle piccole cose che non avremmo mai voluto vivere: pessime figure, appuntamenti disastrosi, occasioni mancate. Il tutto però stando bene attenti a non stravolgere il corso degli eventi e tenendo bene a mente una regola semplice: ogni nuova nascita che coinvolge la famiglia equivale ad un limite minimo temporale oltre il quale non si può più andare. 

 

E così il protagonista, il giovane Tim (Domhnall Gleeson) decide di tornare indietro e rimettere insieme i pezzi di un capodanno finito male, per poi saltellare con sempre più accentuata sicurezza tra le abituali goffaggini di una vita da single. Ma rivivere uno stesso momento è anche trovare la frase giusta da dire per sciogliere un cuore, ed ecco che l’indomabile carattere di Kate Moss diventa un valido argomento da tirar fuori per avvicinarsi alla dolce Mary (Rachel McAdams) ed elevarla a moglie sublime e imperfetta. Ma le responsabilità diventano via via sempre più pressanti, non tanto per le programmatiche deviazioni cronologiche, quanto piuttosto per il tempo che passa e condiziona le vite di ognuno. Cosa aspettarsi se non questo dal titolo “Questione di tempo” (fedele all’originale “About time”)?

 

Una commedia che nell’inconfondibile ironia d’oltremanica colpisce per il garbo, oltre che per la singolare sceneggiatura. Di film sui viaggi nel tempo se ne sono visti molti, eppure ciò che sorprende nel film di Richard Curtis (già noto per le sceneggiature di Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill e Il diario di Bridget Jones, nonché per la creazione del personaggio di Mr. Bean) è la sua volontaria repulsione per il cliché dell’effetto farfalla, secondo il quale ogni cambiamento dello status quo iniziale produce una sequenza di effetti non prevedibili. La semplicità è tutta nel concetto di poter rivivere lo stesso momento, così da farne tesoro e fissarlo a perenne memoria come parte del disegno più grande che è la vita. Tutto acquista un senso: lo stress, le cattive compagnie, le gioie e i dolori…ognuno di quei momenti merita di essere vissuto per ciò che determinerà nel nostro cammino verso il futuro. E se qualcosa andrà storto basterà stringere i pugni e correggere un pochino il tiro…il resto sarà solo una questione di tempo.

Il film di Richard Curtis, già sceneggiatore di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, nelle sale il 7 novembre.

Questione di tempo – Trailer

 

Condividi sui social

Articoli correlati