Teatro Arcobaleno. Aristofane così moderno. Recensione

ROMA – Chi  non amasse i classici e non avesse dimestichezza con la commedia greca è vivamente invitato a partecipare allo spettacolo messo in scena al teatro Arcobaleno di Roma, a ben 21 anni dal suo debutto. Trattasi de “Le Nuvole”, uno dei testi di punta di Aristofane per attaccare, con satira e gioco, il pensiero dei Sofisti, da lui ritratti come impudenti cialtroni e contrabbandieri di idee senza capo né coda.

Che i Sofisti siano accomunati a certi politici di oggi in grado di attrarre giovani con una persistente dialettica capace di estraniarli dai valori più sani o da certi fenomeni televisivi  portatori di deviazioni etiche sul modo di concepire il mondo delle relazioni umane forse è un caso, forse è una predestinazione, ma è pur certo che niente nel testo del commediografo attico è stato mutato dall’abile regista Vincenzo Zingaro che, semmai, ha accentuato il carattere di gioco e scherno nelle azioni dei protagonisti, sette attori per ben quindici ruoli.

 

L’elemento ludico, spronato dalla preziosa opportunità di utilizzare le maschere allora create per l’occasione dal celebre Carboni Studio (di cui si ricordano i sodalizi sul grande schermo con Visconti, Fellini e Sergio Leone), è in parte ostacolato dal tentativo di portare sul palcoscenico di un teatro all’italiana una performance concepita per i circolari spazi di un anfiteatro, ma funziona – rimescolando alcune situazioni prossemiche e scenografiche – anche davanti ad una platea seduta e silenziosa. E proprio il gioco si fi protagonista tingendosi a tratti anche di insegnamenti morali, nel momento in cui l’azione interagisce con la parola e il gesto lascia spazio alla mimica facciale – sebbene congelata alquanto incisiva – delle immagini di Strepsiade, il contadino perseguitato dai creditori a causa dei soldi che suo figlio ha dilapidato alle corse dei cavalli; di Fidippide, il giovane costretto al Pensatoio che segue però la peggiore delle vie suggerite dai filosofi; di Sofocle, che troneggia con i suoi vacui ragionamenti dando più importanza alla misura di un salto di una pulce che al rispetto di un figlio verso il padre… I discorsi di ogni personaggio lasciano tuttavia spazio anche all’avvicendamento rocambolesco di gag e colpi di scena che, studiati in un ritmo serrato e propositivo, permettono di equiparare – proprio come nella visione del regista – il mondo aristofanesco a quello di Walt Disney, tuttavia frenato e poeticizzato dal multiplo intervento corale delle tre Nuvole ispiratrici di saggezza e commentatrici riservate.

 

Se eravamo entrati con la sensazione di assistere ad un utile spettacolo didattico meditato a fini scolastici, ne siamo usciti con la sensazione di aver ragionato sul rapporto tra filologia testuale e messinscena, con una meditata attenzione sul vorticoso cambio di personaggi e afflati interpretativi tra due e più astanti, che se da un lato ci rivelano l’animo ludico e leggero di una favola rassicurante, dall’altra esaltano i toni provocatori della scrittura aristofanesca tesa ad invertire e sovvertire ogni possibile ordine e mirata a sollecitare in noi spettatori, e dunque comuni mortali (del passato o del presente poco importa) una riflessione sulla precarietà della condizione che ci accomuna, soprattutto quando è mossa dalla ricerca di infami scorciatoie per ottenere, con disonestà e meschinità, facili risultati. 

 

Convincente l’interpretazione di  Fabrizio Passerini/Strepsiade e del di lui figlio teatrale Piero Sarpa/Fidippide, autore di mirabolanti e comiche coreografie gestuali. In ruolo misurato ma non imperativo il Socrate di Ugo Cardinali (anche nei panni del Discorso Giusto) e del Discepolo Rocco Militano (duplicatosi anche nel tentatore Discorso Ingiusto), insieme alle ben collaudate e indispensabili Nuvole/Discepole Laura De Angelis, Erika Puddu e Carmen Landolfi. 

 

Lo spettacolo, che inaugurò nel 1992 al Tempio della Dea Fortuna di Palestrina, si avvale della collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e fa parte del progetto internazionale “Il teatro Classico Oggi” per conto dell’Università di Roma “La Sapienza”. Si replica ogni venerdì, sabato e domenica fino al 16 marzo.

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