Teatro Lo Spazio. “Come Erika e Omar” di Enzo Iacchetti. Cronaca nera, diversamente musical

ROMA – “Diversamente” musical come annunciato nella locandina? No, musical a tutti gli effetti la nuova fatica di Enzo Iacchetti – questa volta in veste di produttore e regista – che ha debuttato, in prima nazionale, al Teatro Lo Spazio di Roma e che sicuramente farà discutere, date le tematiche incredibilmente e ferocemente attuali.

“Come Erika e Omar”, sottotitolo “E’ tutto uno show”, è uno spettacolo che, seppur strizzando l’occhio – per messinscena, musiche e talento di un cast decisamente affiatato – alle migliori produzioni internazionali del settore, conserva una sua specificità tutta italiana, derivata in primis dall’argomento prescelto, gli sconvolgenti fatti di cronaca nera che ripetutamente alimentano le “breaking news” dei media ed il modo tutto particolare in cui simili vicende vengono “celebrate” da speculatori dell’orrore che ruotano intorno ad esse.

La scelta di un teatro off, alquanto coraggiosa per un allestimento curato nei minimi particolari dove il solo parco luci è degno dei migliori teatri di Broadway, è tuttavia coerente con la scelta dello stesso Iacchetti di andare oltre i meccanismi del facile advertisement per trascinare appositamente i curiosi in un’avventura partecipativa intrisa tanto di messaggi emozionali quanto di chiara riflessione sociale. La stessa composizione degli attori, aliena dallo star system di facile successo, è costruita sulle affinate doti attoriali di dodici giovani (che interpretano ben 30 personaggi!) in grado di recitare, cantare e ballare allo stesso livello (finalmente!), stimolati sicuramente dal ritmo di una regia tecnica (curata da Alessandro Tresa) che scorre velocemente sul doppio palco costruito per l’occasione anche e soprattutto grazie alle serrate liriche di Tobia Rossi ed alle musiche originali di Francesco Lori che spaziano dal mambo al rock, dalla salsa alle danze tirolesi, ma sono principalmente condite da ballate pop romantiche di cui l’orecchio si ricorda facilmente.
Erika e Omar qui diventano Jessica e Christian, abilmente interpretati da Gea Andreotti e Massimiliano Pironti, ritratti nelle loro specificità caratteriali che li porterà a reagire alla banale quotidianità di una vita di provincia e di ipocrisie, l’una mossa dalla esaurita sopportazione di una famiglia antiliberale, l’altro catturato passivamente da una superficiale complicità amorosa, verso uno dei più atroci omicidi degli ultimi anni – quello appunto di Novi Ligure (Santa Serena sulla scena) – che verrà spettacolarizzato esageratamente proprio grazie ai mass media.

La struttura dello show – che vede consumare in scena l’efferato delitto solo dopo un’ora e venti dall’inizio dello spettacolo – è in realtà perfettamente calibrata dal punto di vista drammaturgico. Il primo tempo prepara l’azione efferata dei due giovani a partire dal contesto sociale e familiare in cui respirano a fatica, poiché mossi da ambizioni e dalla voglia di “non ammazzare il proprio futuro”:  una cittadina abitata da figli mentecatti in bilico tra lecca lecca e bambole gonfiabili, tradimenti coniugali di benpensanti, imprenditori razzisti e preti in continuo odore di monetizzazione, resa efficacemente da un “coro” coreografico nel quale gli stessi attori vestono più ruoli, alcuni dei quali davvero esilaranti.  Dal momento dell’assassinio la scena passa all’esasperato protagonismo dei mass media, assetati dei particolari per catturare un mercato di curiosi pronti ad organizzare perfino la propria vacanza con tour sui luoghi del delitto. Questa è l’Italia: una folla di ammiratori deviati che scrivono lettere esaltanti ad un’omicida in carcere, gente inetta che coglie solo gli aspetti mercificatori di una efferata violenza per costruire un business a base di gadget, giornaliste che fanno aumentare il proprio share di popolarità proprio grazie all’indifferenza con cui descrivono ai telespettatori particolari agghiaccianti di vicende di sangue, per non parlare di improvvisati opinionisti che riempiono per ore i teleschermi giocando alla strategia del look più accattivante e del contenuto più trash.

Tutto questo è caricatura grottesca (un po’ forzati ma ad effetto ilarità gli episodi in carcere con i compagni di cella Rosy e Olindo, quelli dell’omicidio di Erba), ma tutto questo è anche l’Italia sottoposta allo stress passivo che ci spersonalizza e ci rende vittime non solo virtuali di una totale negazione dei veri affetti. Difficile trovare una via d’uscita – in questo caso un finale adeguato – al senso di oppressione che questo “diversamente” musical imprime, sebbene spesso temperato da ottime melodie e virtuosismi canori (fra tutte spiccano le corde vocali della brava Andreotti), ma gli autori ci riescono riservando al protagonista maschile la scelta pensante di non ricadere negli errori e continuare ad alimentare effimeri successi di immagine o sentimenti mercificati da scoop editoriali, bensì scappare, ricominciare, smontare per ricostruire con la propria coscienza – laddove si può – uno stralcio di esistenza, stavolta condita di un briciolo di dignità personale. Trionfa il pentimento, trionfa l’amor proprio, ma ci auguriamo che in questo rivoluzionario concetto di musical improntato in un certo qual modo anche ad un black humor di stile inglese, trionfi anche la curiosità degli spettatori di vivere in uno spazio decisamente alternativo uno spaccato in musica della nostra società massmediale contemporanea per riflettere, partecipare e, soprattutto, reagire.

COME ERIKA E OMAR
Il “Diversamente” Musical
TEATRO LO SPAZIO, Via Locri 42, Roma
www.teatrolospazio.it
Fino all’1 giugno
Spettacoli: Da martedì a sabato ore 20:45 – Domenica ore 17:00

Regia di Enzo Iacchetti
Musiche di Francesco Lori
Liriche di Tobia Rossi
Con
Massimiliano Pironti, Gea Andreotti, Paola Lavini, Manuele Colamedici, Gustavo La Volpe, Paola Giacometti, Matilde Facheris, Michele Savoia, Giada Lorusso, Marco Massari, Fabrizio Coniglio, Chiara Anicito
Regia Tecnica:  ALESSANDRO TRESA
Coreografie:  ALESSANDRA COSTA
Costumi: MARY MATALONI
Disegno Luci: ALESSANDRO MOLINARI
Suono: ALESSANDRO TURELLA
Scenografie: GASPARE DE PASCALI
Direzione musicale: FRANCESCO LORI
Arrangiamenti: DANILO BALLO
Edizioni musicali: IMMAGINAZIONE
Assistente alla regia: CHIARA DE PISA
Comunicazione: LUCA BENSAIA
Management: MAURO IACCHETTI
Ideazione grafica: Maestro MARCO LODOLA

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