Cannes 2014. “Grace di Monaco”, curato e irriverente. Recensione. Clip

CANNES – Ha aperto il festival di Cannes “Grace di Monaco”,  pellicola molto discussa e ricusata dai reali,  del regista Olivier Dahan. Dopo aver assistito al film si comprende perché non sia piaciuto alla nobiltà monegasca.

Olivier Dahan, pur raccontando una vicenda romantica e favolistica, scava nelle relazioni politiche tra il Principato di Monaco e la Francia: De Gaulle avrebbe voluto che il principato pagasse, come tutti, le tasse dovute. Ranieri III si oppose in maniera poco nobile. Dahan illumina le responsabilità storiche della famiglia reale, attraverso l’intreccio di complotti e tensioni che, nel caso della Principessa Grace, diventarono un vero e proprio scontro tra culture, chiarendo come una star di Hollywood sia riuscita a lasciare il segno tra i due paesi. 

Il film è soffuso del fascino che lo sfarzo e il sangue blu sanno esercitare sulle platee popolari, senza tuttavia celare come ciò non necessariamente significhi felicità. La narrazione scorre.  Nicole Kidman, malgrado l’algida perfezione, riesce a rendere i conflitti emotivi di una Grace Kelly divisa tra il destino di Principessa e quello di attrice. Sembrano improbabili alcune parti della sceneggiatura,  a volte piene di retorica, altre di ingenuità, ma nel complesso quello di Dahan è un lavoro curato: nello stile del cinema americano degli anni ’60, sobrio ed elegante, come fu di Hitchcock.  Da vedere.

  • FOTOGRAFIAEric Gautier
  • MONTAGGIOOliver Gajan
  • PRODUZIONE: Stone Angels, YRF Entertainment
  • DISTRIBUZIONE: Lucky Red
  • PAESE: Francia
  • DURATA: 103 Min

Grace di Monaco – Clip –  Cena di gala con Maria Callas

 

 

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