“Un ragazzo d’oro”. Legami di sangue, creatività, follia. Recensione. Trailer

ROMA – Chi è il padre? Un estraneo o colui che ci ha amato? Cosa è un artista? Ci possiamo salvare dal fallimento, come uomini e come artisti, e dalla follia?  Sono queste le domande che ci pone Pupi Avati con questo anomalo lungometraggio. Anomalo perché presenta sempre due facce come quella della star americana, la splendida Sharon Stone, forse ultima grande diva hollywoodiana e una forte introspezione; il gioco fatuo della celebrità e quello intimo dei legami familiari; il leggiadro tradimento sessuale e la complicità silente e drammatica.

Il film parte dalla morte di Achille Bias, sceneggiatore e padre, apparentemente fallimentare in entrambi i ruoli, per non parlare di quello di marito assente. E di un figlio, Davide Bias (Scamarcio) chiamato a fare i conti con un figura paterna a cui addebita tutti i mali della sua esistenza. Non finisce quindi l’esplorazione del rapporto padre-figlio da parte di Pupi Avati. L’Avati di oggi non solo indaga questo rapporto come figlio ma si chiede anche cosa resterà di sé come padre e come artista. La risposta non è delle più piacevoli. È amara, malinconica a tratti drammatica. 

“L’ostinazione che vivo sul rapporto padre-figlio – dice Pupi Avati in conferenza stampa – la devo al fatto che mio padre è morto quando avevo dodici anni, e nessuno è più presente dell’assente. È anche vero che se ho potuto coltivare sogni bizzarri è stato per mia madre visto che non c’era papà che mi spingeva verso professioni più concrete e remunerative. Mio padre era antiquario e rappresentante e voleva produrre un film prima di morire. Io ho realizzato il suo sogno. Come regista posso dire che questo figlio (Davide Bias/Scamarcio) è uno dei figli più belli non solo nella mia filmografia ma in assoluto, proprio il ragazzo d’oro, un figlio che dona la sua sanità mentale per recuperare il rapporto con il padre.”

Co-sceneggiatore è proprio il figlio di Pupi Avati anche lui presente in conferenza stampa. “Mio padre somiglia ad Achille Bias come io somiglio al figlio. Lo stavamo scrivendo ma non ce lo dicevamo, c’era pudore. A un certo punto mi veniva spontaneo dire “Quando tu muori all’inizio del film…” e mio padre rispondeva “No, non sono io, è Achille.” Poi era lui che diceva “Quando tu diventi pazzo…” e io rispondevo “No, non io, Davide.” 

“Il fatto – aggiunge Pupi Avati – è che si tratta di due maschi, che hanno pudore e difficoltà a comunicare, così come accade a me e mio figlio, così accade ad Achille Bias e suo figlio Davide nel film.” Ma il film tratta anche di un altro tema importante, quello tra creatività e follia. Così Pupi Avati: “Chi è capace di uscire dai comportamenti omologanti della nostra società vive un disturbo psicologico. La creatività, il tracimare dagli schemi arriva solo da uno stato psicologico alterato.” 

E un Pupi Avati che si mette in discussione non solo come padre ma anche come artista. “Vivo l’ebbrezza del fallito – dice il regista – Ho la sensazione di non aver fatto ancora il film della mia vita, e visto che gli anni passano, mi sembra di assomigliare un po’ ad Achille Bias. Lo sento incombere e l’ho simulato. C’è la scena in cui Davide Bias /Scamarcio riesce a entrare nel pc del padre, ho pensato ai miei figli che scoprono un file con su scritto Non riesco più a scrivere. E da qui ricreare il fil rouge con i miei figli. Qui mi auto-cito. In una scena del film, Davide Bias/Scamarcio dice alla sua analista “forse due falliti nella stessa famiglia non ce li potevamo permettere…” e questo è possibile che accada perché i sogni sono difficili da realizzare. Ripeto, questa è la storia di un figlio meraviglioso e di un padre che questo figlio non lo merita.”

Il film annovera la presenza di una diva del cinema italiano, Giovanna Ralli, la cui presenza scenica si avverte immediatamente. La grandezza della sua recitazione è evidente e riesce a dare alle scene nelle quali è presente una forza che è raro trovare nel nostro cinema. Giovanna Ralli interpreta la madre di Davide e la moglie di Achille. Un personaggio umano e sensibile, vittima dell’amore per un uomo complesso e freddo che, dopo la sua morte, si trova alla prese con un figlio altrettanto complicato.   

“Finalmente a quasi ottanta anni (anni che non dimostra affatto n.d.r) ho lavorato con Pupi – dice Giovanna Ralli in conferenza stampa – Il suo cinema mi ha fatto conoscere emozioni nuove, è come se lui mettesse una macchina fotografica dentro i personaggi. Ha una sensibilità unica. Quando incontrai Billy Wilder mi disse: “La cosa più importante in un film è la sceneggiatura” e infatti all’epoca, negli Stati Uniti, gli sceneggiatori erano le vere star insieme agli attori. Ed è questo che ho trovato nella sceneggiatura di Un ragazzo d’oro: dei dialoghi favolosi.” Non a caso, quest’anno, il film ha vinto il premio come Miglior Sceneggiatura al Festival des Films du Monde di Montreal.

Gli altri interpreti sono Cristiana Capotondi, che conferma la sua maturità interpretando un ruolo non facile, in un continuo alternarsi di slanci affettivi e gestioni di crisi nervose. Amante da sempre del cinema di Avati è finalmente approdata in un ruolo complesso e in una produzione che l’ha vista lavorare accanto a una superstar come Sharon Stone. Quest’ultima fortemente voluta da Pupi Avati fin dal momento in cui scriveva il personaggio di Ludovica Stern. “Una donna che doveva essere carismatica – dice il regista – seduttrice. Ci sono molte attici che possono recitare quel ruolo ma poche che hanno il suo impatto, che sono delle icone.” Qualche bizza divistica della Stone c’è stata ma era stata messa in preventivo e gestita nel migliore dei modi dagli Avati. 

Un film che lascia allo spettatore molte domande, che obbliga a guardarsi dentro, a ritrovarsi nell’inquietudine del protagonista e a riflettere sui rapporti familiari. 

Grande colonna sonora di Raphael Gualazzi.

DATA USCITA: 18 settembre 2014

GENERE: Drammatico

ANNO: 2014

REGIA:   Pupi Avati

SCENEGGIATURA:   Pupi Avati,    Tommaso Avati

ATTORI:   Sharon Stone,   Riccardo Scamarcio,   Cristiana Capotondi,  Giovanna Ralli,   Guia Zapponi,   Viola Graziosi,    Tiziana Buldini,    Christian Stelluti

PRODUZIONE: Combo Produzioni, Duea Film, Rai Cinema

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

PAESE: Italia

DURATA: 102 Min

Un ragazzo d’oro – trailer

 

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