Roma in delirio per i Posh, stasera la premiére

 

 

ROMA (nostro inviato) –  I protagonisti di Posh conquistano Roma. Già perché Posh è la più grande azione mediatica/pedagogica/cinematografica degli ultimi decenni. Da una parte abbiamo una sceneggiatura di denuncia sociale, da un’altra un film magistrale e infine degli interpreti Sam Claflin (Hunger Games – La Ragazza di Fuoco, Biancaneve e il Cacciatore), Max Irons (The Host) e Douglas Booth (Romeo&Juliet, LOL) che oltre a essere grandi attori (anche se tutti sotto i ventotto anni) sono già delle celebrità.

Ebbene sì, la presentazione del film in un grande magazzino di Roma ha registrato un’orda dioltre tremila ragazzine urlanti che hanno abbattuto vetrate e la cinta di sicurezza solo per vedere i loro amati idoli. Stessa cosa davanti all’Hotel Montemartini per la conferenza stampa. E questa sera al cinema Adriano per la proiezione ufficiale di POSH, i tre protagonisti, Max, Sam e Douglas, hanno deciso di presentarsi con quarantacinque minuti di anticipo rispetto al previsto orario delle 20.00 per soddisfare tutte le loro fan (si pensa a circa seimila adolescenti fuori controllo).

Ma tutto questo clamore non deve distrarre dal film e dai temi che propone, prima tra tutti: il bene e il male e la sottile linea che li divide. Nessuna sfumatura di grigio per la regista Lone Scherfig e per l’autrice della pièce teatrale e della sceneggiatura Laura Wade.  Non c’è che dire, il potere e la ricchezza esercitano una fascinazione a cui chiunque cede. In POSH si parla appunto dei ragazzi più potenti e ricchi del pianeta, coloro che saranno futuri armatori, capi di stato, finanzieri, industriali. Essendo ragazzi hanno dalla loro una sfrenatezza che i loro padri hanno ormai perso, un’arroganza e una tracotante superbia che un domani dovranno abbandonare per scendere a compromessi inevitabili. Essendone consapevoli approfittano di questo status privilegiato di studenti della più esclusiva università al mondo: Oxford, nonché dell’essere membri del Riot Club, del quale fanno parte solo dieci dei ventimila iscritti. Nel Riot Club solo l’eccellenza dell’eccellenza del potere e della ricchezza. Tradizione vuole che i membri si riuniscano per una cena una volta l’anno, cena durante la quale tutto è possibile e tutto può accadere. Banditi da tutti i locali di Oxford perché abituati a distruggerli per puro svago, si spostano fuori città. Ma l’inevitabile è alle porte e gli intoccabili del Riot Club scivolano nel loro peggiore incubo che svelerà il marcio di cui sono fatti: l’assenza di qualsiasi morale ed etica. 

La regista non prende alcuna posizione, non fa cadere nell’oblio questi ragazzi, non li punisce come dovrebbe invece essere. No, anzi alla fine riescono a uscire fuori dall’inferno nel quale sembrano essere caduti, imparando la più grande delle lezioni: potere e ricchezza preservano da qualsiasi punizione. Loro sono gli intoccabili. L’altra lezione è offerta allo spettatore che deve fare i conti con la propria morale e i propri principi. La regista cerca, trova e sviscera nello spettatore della sana, rilucente, santificata indignazione. 

Dopo la proiezione per la stampa è seguita la conferenza stampa alla quale hanno presenziato il produttore Pete Czernin e i tre protagonisti Max Irons, Sam Claflin  e Douglas Booth. Ragazzi in gamba, simpatici e alla mano, non ancora toccati dal sacro fuoco della vanità a cui tanto siamo abituati con gli attori italiani.  Ecco cosa hanno detto ai giornalisti presenti.

Cosa ne pensate dei personaggi che avete interpretato?

Douglas Booth. Questa gente esiste veramente, on si tratta di personaggi di fantasia. Come pure esistono questi club e questi comportamenti.

Sam Clafin. Questo stile di vita eccessivo viene percepito come invidiabile. Si tratta di un eccesso di potere. Devo dire che questo tipo di persone non mi piacciono.

Max Irons. “Credo sia importante non esprimere alcun giudizio su questi ragazzi. L’appartenenza a questo tipo di club è una forte tentazione per chiunque perché permette molto, se non tutto. Ma in questo film viene sollevata la questione morale che ne mostra la vera natura”.

Che tipo di riflessioni fate riguardo a questo successo?

Douglas Booth. “È  sorprendente e  inaspettato. Appena ho visto la folla dell’altro giorno ho pensato ‘Così tante ragazze per noi?!’ È bello, forse Max e Sam sono già famosi e abituati a questo, ma per me è tutto nuovo”.

Sam Clafin. “Non so cosa dire. Forse pensavano fossimo gli One Direction. A parte gli scherzi, non mi sento popolare. Ciò che abbiamo vissuto ieri con le tremila persone è stato bello, sono felice perché con questo film mi è stata data la possibilità di esplorare qualcosa di diverso nella recitazione e in me stesso”

Max Irons. “Non seguo Twitter, però è molto bello, mi piace questo entusiasmo perché i ragazzi andranno a vedere un film che affronta un tema importante e questo può aiutarli a riflettere

(A Max) Tuo padre (Jeremy Irons, n.d.r) ha visto il film, cosa ne pensa?

Max Irons. “No, mio padre non l’ha ancora visto, ma è felice che io abbia fatto un film che susciti un dibattito riguardo la nostra società”. 

Il film sarà in 250 sale italiane a partire da giovedì 25 settembre.

 

 

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