Take Five. I soliti ignoti in salsa napoletana. Recensione. Trailer

ROMA – “Take five” è un classico della musica jazz registrato dal Dave Brubeck Quartet nel 1959, celebre per il suo caratteristico ritmo in 5/4, irregolare tempo quintuplo in cinque beat. E cinque sono i protagonisti di Take Five di Guido Lombardi, cinque criminali “irregolari” ognuno con le proprie vicende personali alle prese con una rapina milionaria.

Cinque personaggi, cinque attori che mantengono il loro nome di battesimo e che vengono da esperienze simili a quelle del ruolo che interpretano. Carmine (Paternoster), idraulico con il vizio del gioco indebitato con la Camorra, viene chiamato a riparare una perdita fognaria proprio a pochi passi dal caveau di una banca e ha l’idea perfetta per un colpo grosso. Insieme a lui Gaetano (Di Vaio), ricettatore con anni di carcere alle spalle, Salvatore (“Sasà” Striano), fotografo con la passione per le belle donne, ex rapinatore reduce da un infarto, e Ruocco (Salvatore Ruocco), pugile squalificato a vita per spaccato una sedia in testa a un arbitro. E poi c’è lo Sciomèn (Peppe Lanzetta), una celebrità tra gli scassinatori di Napoli, ma ormai vecchio e depresso, da poco in libertà dopo molti anni di galera. All’inizio tutto sembra essere filato liscio, ma quando uno di loro scompare con il bottino, la situazione degenera.

Presentato allo scorso Festival di Roma e nelle sale dopo un anno distribuito da Microcinema, Take Five è il secondo film di Guido Lombardi, regista di Là-bas – Educazione criminale: “Questo film – ha spiegato il regista – nasce in contemporanea con Là-bas, circa cinque anni fa, da un desiderio di raccontare la criminalità in modo reale, ma staccandomi dal filone realistico come quello di L’intervallo e di Gomorra e anzi inserendo elementi improbabili in un contesto di narrazione realistica”.  Un po’ I soliti ignoti (“Ma quarant’anni dopo, con le armi al posto della pasta e ceci” dice Lombardi) e un po’ Gomorra, Take Five mescola l’ispirazione del noir americano anni ’50 alla commedia all’italiana, ma giocando su diversi registri con una scrittura agile ed efficace per il suo racconto.

“Take five – ha spiegato il regista – è anche un’espressione che usano i musicisti e gli attori, vuol dire prendiamoci una pausa di cinque minuti, e fumiamoci una sigaretta. E infatti i personaggi durante il film passano tutta una serie di guai senza mai potersi prendere una pausa, e Sasà nella seconda parte della storia chiede continuamente di poter fumare una sigaretta, ma gli viene continuamente negata”. Quella del regista è un’idea di cinema come scrittura, come lavoro sugli attori (che si sono sottoposti a tre mesi di prove prima di iniziare a girare), messinscena e rielaborazione dei generi. Il punto di partenza è l’osservazione della realtà, ma Lombardi usa consapevolmente gli archetipi del film di genere (la rapina, il buco da scavare per arrivare al caveau della banca) per raccontare a modo suo un tentativo di riscatto, una battaglia (quella dei protagonisti) in cui arricchirsi ad ogni costo è l’unica alternativa.

Il film stesso invece è un esempio di riscatto molto positivo: quasi tutti gli attori protagonisti, infatti, hanno alle spalle un passato difficile da cui sono usciti attraverso progetti di reintegro all’interno delle istituzioni penitenziarie, come Salvatore Striano, che aveva già recitato in Cesare deve morire dei fratelli Taviani e noto come attore del teatro shakespeariano nel carcere di Rebibbia diretto da Fabio Cavalli. E proprio a Rebibbia, anche per volere degli attori, sono state organizzate due proiezioni del film alla fine di ottobre, per poterlo mostrare anche ai detenuti. Una curiosità: il titolo del film è in inglese anche perché inizialmente doveva essere girato da Abel Ferrara, che si era subito appassionato al soggetto. Ma quando il regista di Pasolini ha dovuto rinunciare, Lombardi, che aveva scritto e ideato il progetto insieme a Gaetano Di Vaio, ha deciso di recuperarlo.

DATA USCITA: 02 ottobre 2014

GENERE: Drammatico

ANNO: 2013

REGIA: Guido Lombardi

SCENEGGIATURA: Guido Lombardi

ATTORI: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio

FOTOGRAFIA: Francesca Amitrano

MONTAGGIO: Annalisa Forgione

MUSICHE: Giordano Corapi

PRODUZIONE: eskimo, Figli del Bronx, Minerva Pictures, Rai Cinema

DISTRIBUZIONE: Microcinema

PAESE: Italia

DURATA: 100 Min

Take five – Trailer

 

 

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