ROMA – Arrivato alla sua centocinquantesima replica, “Il flauto magico” dell’Orchestra di Piazza Vittorio arriva al Teatro Quirino di Roma e apre la nuova stagione con sei serate, dal 7 al 12 ottobre. Nato nel 2007, diretto ed elaborato da Mario Tronco e Leandro Piccioni, questo spettacolo divertente e innovativo si ispira all’opera di Mozart, ma la reinterpreta e trasforma con sorprendente naturalezza in una favola musicale.
Come già nella “Carmen”, che ha inaugurato l’ultima stagione della Terme di Caracalla, la partitura originale si alleggerisce e si mescola a reggae, jazz, intrecci ritmici africani e orientali. L’opera diventa una fiaba, di quelle piene di fascino e allegria che si raccontano ai bambini prima di andare a dormire, tramandata attraverso il tempo e attraverso le culture. E come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i personaggi si sono trasformati, e anche la musica si è allontanata dall’originale, così come l’ambientazione: non un Egitto fantastico, come l’aveva pensato Mozart, ma un luogo immaginario, senza riferimenti geografici reali.
Anche le melodie sono riconoscibili, come la celeberrima aria della Regina della Notte, ma alcune sono solo tratteggiate, senza sviluppo e senza parti virtuosistiche, intrecciate a brani originali dell’Orchestra.
«Il nostro lavoro con la partitura è necessariamente diverso da quello di un’orchestra “normale” – spiega il direttore artistico Mario Tronco -. Dal folk, al reggae alla musica classica al pop e al jazz, la nostra musica è piena di riferimenti alle altre culture. I musicisti dell’OPV hanno background molto distanti, non solo geograficamente. Ogni musicista porta nell’Opera la sua cultura, la sua lingua: arabo, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, wolof, italiano, e gli strumenti della sua tradizione, tablas, oud, djembé, flauti andini, chitarre, archi, ottoni e percussioni».
I ruoli, infatti, sono stati affidati ai musicisti in base ad una somiglianza di carattere o per affinità con certe esperienze vissute: per esempio Tamino è il giovane ed esuberante Ernesto Lopez Maturell, e Pamina è interpretata dalla folk singer anglo-americana Sylvie Lewis, dolce ma determinata. E (anche per diretta assonanza) Pap Yeri Samb è Papageno, descritto dal direttore Tronco come “una persona semplice e profonda con un carattere molto vicino al personaggio di Mozart”. Non aspettatevi dunque la canonica rappresentazione dell’opera lirica: l’Orchestra è tutta sul palco, non nella buca come nelle opere, e i musicisti diventano personaggi semplicemente indossando in scena il loro costume e guadagnandosi il proscenio, muovendosi tra le sedie e gli strumenti.
L’Orchestra di Piazza Vittorio è riuscita a trasformare “II flauto magico” in un’esperienza musicale sorprendente e ricca di emozioni. La leggerezza e l’allegria di questa rivisitazione, tanto diversa quanto inaspettatamente fedele all’originale, ne fanno un inno carico di gioia di vivere. Che, sicuramente, continuerà a regalare sorrisi e a ricevere applausi nel suo tour in giro per l’Italia, a fine mese a Bari, poi a Napoli, Genova e Milano.
«Ogni volta pensiamo che il percorso del Flauto Magico sia giunto al termine – ha detto ancora Mario Tronco -. Poi succede sempre qualcosa che ci dimostra come probabilmente il cammino dell’Orchestra di Piazza Vittorio con questo spettacolo sia ancora molto lungo» .
IL FLAUTO MAGICO SECONDO L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
ispirato all’opera in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart
direzione artistica e musicale Mario Tronco
elaborazione musicale Mario Tronco e Leandro Piccioni
acquarelli, animazione e scene Lino Fiorito
disegno luci Pasquale Mari
costumi Ortensia De Francesco
direttore tecnico e datore luci Daniele Davino
fonico di sala Gianni Istroni
fonico di palco Massimo Cugini backliner Juan Ortiz
proiezionista Daniele Spanò
costumista Katia Marcanio
tour manager Federica Soranzio
produzione esecutiva Pino Pecorelli per Vagabundos s.r.l
PERSONAGGI E INTERPRETI
Houcine Ataa (Tunisia) voce – Monostatos
Peppe D’Argenzio (Italia) sax baritono e soprano, clarinetti
Omar Lopez Valle (Cuba) tromba, flicorno – Narratore Awalys
Ernesto Lopez Maturell (Cuba) batteria, congas – Tamino
Zsuzsanna Krasznai (Ungheria) violoncello – Dama
Luca Bagagli (Italia) violino – Dama
Gaia Orsoni (Italia) viola – Dama
Carlos Paz Duque (Ecuador) voce, flauti andini – Sarastro
Sanjay Kansa Banik (India) tablas – voce
Pino Pecorelli (Italia) contrabbasso, basso elettrico – Ragazzo
Leandro Piccioni (Italia) pianoforte
Raul Scebba (Argentina) marimba, percussioni, timpani – Sacerdote
El Hadji Yeri Samb (Senegal) voce, djembe, dumdum, sabar – Papageno
Dialy Mady Sissoko (Senegal) voce, kora – Ragazzo
Ziad Trabelsi (Tunisia) oud, voce – Messaggero della Regina della Notte
Emanuele Bultrini (Italia) chitarre– Ragazzo
Fabrizio Savone (Italia) trombone, euphonium – canto
Luca Ginesti (Italia) corno
e i musicisti ospiti
Maria Laura Martorana (Italia) voce – Regina della Notte
Sylvie Lewis (Inghilterra) voce, chitarra – Pamina