“Ritorno a l’Avana”. Concettualmente interessante si degrada in terrazza. Recensione. Trailer

ROMA – Il titolo originale dell’ opera, Retour à Ithaque, fa ben sperare lo spettatore. Quel richiamo al mondo omerico dell’ Odissea, il nostos, l’ eterno ritorno, è ben presto spezzato dalla realtà del film.

Cinque amici parlano su una terrazza, avente come sfondo i tetti dell’ Avana. I colori, la musica, le urla per le strade, i cori della partita ci trasportano nell’ atmosfera Cubana, dove si pasteggia a Rum scuro e si mangiano  fagioli neri. I profumi evocati, i rumori, la luce aiutano a sopportare la noia, lo stordimento di cinque monologhi infiniti, che non riescono a creare coralità. Del coro greco non c’è nulla, sono unità diverse che aspettano il turno di parlare, di capire. Interrogativi senza risposta, astiosità mai taciute, ricordi di un passato non ancora superato, una giovinezza sfiorita troppo in fretta, una realtà amara da sopportare.

Così si vanno a concretizzare i personaggi: Eddy ha abbandonato i suoi ideali, il sogno di scrivere, ed è un dirigente corrotto; Aldo, l’ ingegnere che per sopravvivere costruisce batterie in una fabbrica clandestina; Amadeo, scappato da Cuba sedici anni prima, in un esilio volontario che l’ ha segnato, tanto da non essere più in grado di scrivere; Rafa, il pittore, con trascorsi di alcolizzato, ormai capace solo di “imbrattare le tele con colori, tanti colori”; Tanìa, la cui bellezza è svanita, assieme ai  figli lontani, la più amareggiata di tutti, incapace di reagire, se non attaccando i suoi stessi amici, si è rifugiata nella Santeria, forma religiosa praticata a Cuba, pur di trovare conforto. Oltre al passato, i cinque amici sono accomunati dal desiderio di credere. Chi crede nel potere, chi in una forza superiore, chi negli ideali giovanili, chi nell’ amicizia.

Concettualmente interessante, questo film va degradandosi man mano, sotto gli occhi dello spettatore impotente. Lo svolgersi dell’ azione su di una terrazza porta ad attacchi di agorofobia. Lo scontro generazionale, tra chi desiderava abbandonare Cuba, anche a nuoto, e chi può semplicemente lasciarla prendendo un aereo, è appena accennato. Anche Cuba, in realtà è appena accennata, il dramma è quello umano, non della nazione. La coralità, quindi, non è presente. Tutto aleggia nella tiepida luce dell’ Avana.

Durata 90′

Dal 30 Ottobre 2014 nelle sale

CAST ARTISTICO:

Isabel Santos: Tanìa

Jorge Perugorría: Eddy

Fernando Hechevarria: Rafa

Nestor Jimenez: Amadeo

Pedro Julio Diaz Ferran: Aldo

CAST TECNICO:

REGIA: Laurent Cantet

SCENEGGIATURA: Leonardo Padura, Laurent Cantet

FOTOGRAFIA: Diego Dussuel

MONTAGGIO: Robin Campillo

PRODUZIONE: Didar Domehri, Laurent Baudens, Gael Nouaille

COPRODOTTO: Full House, Orange Studio, Haut et Court distribution, Funny Ballons, Panache Productions, La compagnie cinematographique

DISTRIBUZIONE: Lucky Red

Ritorno a l’Avana – Trailer

 

 

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