Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza: Leone d’Oro 2014. Recensione. Trailer

ROMA – Immaginiamo di poter guardare per un attimo alla vita umana con un pizzico di distanza, come se fosse qualcosa che ci interessa, ma che non ci riguarda direttamente. Un pocome si osservano i pesci in un acquario.

Probabilmente il risultato presenterebbe più di una somiglianza con ciò che si vede in Un piccione seduto su un ramo riflette sullesistenza. Il nuovo lavoro di Roy Andersson, premiato col Leone dOro alla Mostra del Cinema di Venezia 2014, è infatti un vero e proprio invito a esaminare sé stessi, per chiedersi cosa stiamo facendo e dove stiamo andando. Questioni già al centro della sua Living Trilogy, che si chiude proprio con questo film dopo Canzoni dal Secondo Piano e You, the Living. E come in tutta la trilogia, le risposte arrivano da una fusione singolare di elementi tragici e comici, di trivialità e di passione per la vita.

Non si tratta, per esser chiari, di un film convenzionale, a cominciare dalla struttura. Al posto di una trama vera e propria ci sono 39 piani sequenza, che ritraggono altrettanti attimi separati tra loro. Ogni scena racconta una storia di pochi minuti, a volte riprendendo elementi dalle precedenti, ma rimanendo in sostanza autonoma, al punto che potrebbe essere presentata agli spettatori singolarmente. Un filo conduttore, in effetti, c’è: il film si snoda lungo una sorta di viaggio intrapreso da Sam e Jonathan, due personaggi che ricordano un poDon Chisciotte e Sancio Pancia, e un poStanlio e Ollio. Sono venditori ambulanti di scherzi di carnevale: intenzionati ad aiutare il prossimo a divertirsi, offrono merce come denti da vampiro e buffe maschere. Un businessin cui ottengono ben poco successo, incapaci per primi di ridere o di sorridere. Eppure è il loro percorso che ci mette davanti alla bellezza di alcuni momenti e alla tragica meschinità di altri.

Difficile non rimanere colpiti dalla fotografia e da scene simili a piccoli quadri, piene di dettagli che emergono come da un ricordo. Del resto, lo stesso Andersson ha dichiarato di essersi ispirato, per questa regia, alle opere degli artisti Otto Dix e Georg Scholz. Anche il titolo si ricollega al quadro Cacciatori nella neve di Pieter Bruegel il Vecchio, dove alcuni uccelli appollaiati sui rami osservanogli uomini affaccendati sotto di loro. Ma la forza di ogni sequenza viene da un rovesciamento: quello che nella vita di ogni giorno è sullo sfondo, dai piccoli gesti fino alle parole dette senza pensarci troppo, conquista qui il centro dellattenzione. È attraverso questo lavoro di distillazione che la nostra quotidianità ci viene mostrata come un qualcosa di distante, singolare, di fronte al quale si può sorridere o riflettere. Il distacco, però, è solo apparente, ed ecco forse uno dei principali motivi per cui questa pellicola merita davvero di essere vista. Perché se la si approccia con un podi impegno, è in grado di far vibrare una serie sorprendente di corde, agganciandosi alla nostra esperienza quotidiana e mostrandocene ora la tragicità, ora la dolcezza, ora lironia. Certo, è necessario un piccolo sforzo: si tratta di un film non lineare, spesso più visivo che narrativo. Ma è anche possibile guardarlo con leggerezza, lasciandosi trasportare dagli sviluppi curiosi e surreali delle diverse scene. Un pocome fanno gli uccelli nel quadro di Pieter Bruegel il Vecchio.

USCITA NELLE SALE: 19 febbraio 2015

TITOLO ORIGINALE: En duva satt på en gren och funderade på tillvaron

GENERE: Commedia, drammatico

REGIA: Roy Andersson

SCENEGGIATURA: Roy Andersson

ATTORI: Holger Andersson, Nils Westblom, Charlotta Larsson, Viktor Gyllenberg, Lotti Törnros, Jonas Gerholm, Ola Stensson, Oscar Salomonsson, Roger Olsen Likvern

FOTOGRAFIA: István Borbás, Gergely Pálos

MONTAGGIO: Alexandra Strauss

MUSICHE: Tradizionali

PRODUZIONE: Roy Andersson Filmproduktion AB, 4 1/2 Film, Nordisk Film- & TV-Fond

DISTRIBUZIONE: Lucky Red

PAESE: Svezia

DURATA: 100 Min

Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza – Trailer

 

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