Tatanka scatenato: in uscita nelle sale cinematografiche italiane. La recensione

Tratto da un racconto di Roberto Saviano, il film racconta la storia del pugile Clemente Russo trionfatore ai Giochi Olimpici del 2008

ROMA – Può una persona sola, abbandonata a se stessa, attraverso l’uso della forza e della volontà, tirarsi fuori dalla sua condizione di miseria e raggiungere traguardi inimmaginabili? Sì, se a guidarla non è la cieca violenza o il rancore verso una società feroce e indifferente, ma la saggezza, la presa di coscienza di sé e dei propri mezzi, l’amore, il desiderio di inseguire valori più alti. Questo è quanto racconta il film Tatanka del regista cosentino Giuseppe Gagliardi (classe 1977) che sarà nelle nostre sale dal 6 di maggio (a cura della società di distribuzione Bolero Film) e che già sta riscuotendo un concreto interesse da parte degli addetti ai lavori. La pellicola illustra in modo asciutto e senza scadere nel retorico la storia di Michele (Clemente Russo, al suo esordio cinematografico) che, grazie alla boxe, riesce a riscattarsi dal proprio ambiente e, senza scivolare nell’abisso della camorra del casertano, mantiene intatta la propria dignità e la propria libertà.

 

Tratto da un articolo sull’Espresso scritto da Roberto Saviano nel 2008 durante i Giochi Olimpici e poi ripubblicato nel suo secondo libro di successo “La bellezza e l’inferno”, il film scorre via rapido e incisivo, descrivendoci la vita, i dolori e le vittorie del pugile che viene soprannominato dal pubblico e dagli sportivi “Tatanka” perché durante il combattimento ricorda il bisonte che carica a testa bassa i propri avversari. Grazie a questa sua incredibile determinazione e coraggio, Clemente Russo ha vinto diverse medaglie tra cui il campionato del mondo dilettanti, cinque titoli italiani, i mondiali militari, la medaglia d’oro ai Giochi del Mediteranneo e la medaglia di argento alle Olimpiadi di Pechino. E il film è un omaggio a questo trionfo dell’uomo contro tutte le avversità e contro un destino che lo voleva perduto tra le spire della malavita napoletana. Prodotto grazie al contributo del Ministero dei Beni Culturali che per questa pellicola ha stanziato 1.400.000,00 euro, il film è stato girato in diverse località tra Italia, Germania e Turchia.

 

In Italia in particolare le riprese sono avvenute in Campania, nelle città di Caserta, Bacoli, Cancello, Castel Volturno, Maddaloni, Marcianise e Santa Maria Capua Vetere, sottolineando l’estremo realismo della regia di Giuseppe Gagliardi che ci ha voluto restituire l’ambiente e la situazione entro cui si è mosso e cresciuto il pugile Clemente Russo. Nel cast del film oltre Clemente Russo, ricordiamo l’ottima prova di Giorgio Colangeli, Carmine Recano, Rade Serbedzija, Susanne Wolff, Alexander Yassin, Linda Chang. La sceneggiatura è stata curata da Maurizio Braucci, Giuseppe Gagliardi, Massimo Gaudioso, Salvatore Sansone e Stefano Sardo. Le musiche sono di Peppe Voltarelli, già autore della colonna sonora del precedente film di Gagliardi  “la vera leggenda di Tony Vilar”. Dopo la sua partecipazione al film, Clemente Russo, atleta appartenente al Gruppo Sportivo Fiamme Oro, è stato sospeso per un periodo di sei mesi dalla Polizia di Stato. Secondo Il Mattino che ha pubblicato la notizia, il provvedimento è stato firmato dal capo della polizia Manganelli perché Russo non avrebbe fatto togliere alcune scene esplicite che possono danneggiare l’immagine della Polizia come richiesto dai superiori. Inoltre il pugile ha concesso un servizio fotografico al “Settimanale Chi” con immagini senza veli senza aver chiesto un’autorizzazione al corpo di polizia. Il corpo di Polizia ha smentito il tutto, sostenendo che la sospensione di Russo deriva dalla mancanza di autorizzazione e dei permessi necessari per partecipare al film. Un bel problema per il pugile e per la Federazione italiana boxe che rischia di mettere a dura prova il difficile cammino di qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012.

Trailer



Trailer fornito da Filmtrailer.com

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