Short skin. Tela bianca per ‘citizen cinephile’. Recensione. Trailer

ROMA – Non mi piace stroncare una pellicola perché significa stroncare tutti coloro che hanno preso parte alla realizzazione del film. Quindi cercherò di salvare ciò che posso di “Short Skin, i dolori del giovane Edo”.

Partiamo dalla buona fotografia che permette una visione godibile non scadendo mai in pressappochismi che spesso appartengono a opere prime. Ottima la colonna sonora realizzata dai Woodpidgeon di Mark Hamilton, capace di sottolineare alcuni passaggi della narrazione conferendole, insieme al titolo e alla locandina, quell’aura di piccolo capolavoro che in realtà non è. 

Detto questo passiamo a ciò che non va. Il primo elemento è l’idea, presente solo nella testa del regista, nella locandina e nel titolo. Come ci svela lo stesso autore in conferenza stampa, l’idea di partenza è il momento di passaggio di Edo dalla più spensierata età adolescenziale a quella matura del divenire adulti attraverso una problematica sessuale, la “pelle corta” del prepuzio. Idea originale, peccato che tutto si risolva in una bolla di sapone. Molto, troppo viene lasciato all’interpretazione da parte dello spettatore, all’immedesimazione con il protagonista dove ognuno dovrà trovare le proprie sensazioni. È in questo che il film manca, nel non voler (o nel non riuscire) a proporre un punto di vista forte e diverso su questa idea di maschio antimacho. 

La regia è lentissima, ciò che si vede è il protagonista che guarda a terra senza espressione in barca, nel parco, in casa, in auto, in spiaggia (dategli un qualsiasi ambiente e Edo guarderà a terra!). Visto l’eclettico carattere di Matteo Creatini (Edo) ritengo che questa matrice recitativa sia dovuta a una precisa richiesta del regista piuttosto che a una personale elaborazione di Matteo. Piacevole l’interpretazione delle co-protagoniste Francesca Agostini, Bianca Nappi, Miriana Raschillà e Bianca Ceravolo alla quale si deve una delle due battute (non altre) presenti nel film.

Vista l’incapacità (o la mancanza di volontà, non ci è dato saperlo) dell’autore di sviluppare un‘idea di per sé originale e suscettibile di essere narrata con ironia o con drammaticità, c’è stato il bisogno di riempire gli ottantasei minuti di pellicola con “altro”, ossia con stereotipi narrativi che però gli si afflosciano tra le mani: la famiglia che si spacca, il padre che si allontana, la sorella che soffre di questa rottura, i problemi con le ragazze del protagonista. Il risultato è una narrazione piatta in cui nulla viene detto, in cui non si prende mai una posizione. 

Per utilizzare una metafora pittorica, assistere a questa opera equivale a guardare una tela bianca che ognuno può riempire con le proprie suggestioni a mo’ di “citizen cinephile” ma – contrariamente al “citizen journalism” o   giornalismo partecipativo nel quale i reporter siamo noi  –  questo è un film, vale a dire un’offerta creativa. Personalmente preferisco tele che comunichino emozioni, non dico che tutti debbano essere Monet ma almeno un Basquiat alle prime armi me lo aspetto. E qui ci sono solo non esaustive pennellate di bianco.

Trama: Sin da quando è piccolo, il diciassettenne Edoardo soffre di una malformazione al prepuzio che lo rende timido e insicuro con le ragazze. Chiuso nel suo microcosmo asessuato, reagisce infastidito alle pressioni del mondo esterno. Tutti attorno a lui sembrano parlare solo di sesso: l’amico Arturo, talmente ossessionato dall’idea di perdere la verginità che sarebbe pronto anche a farlo con un polpo, i genitori di Edo che premono affinché si dichiari a Bianca, la vicina di casa arrivata come ogni anno da Milano per le vacanze; persino la sorellina Olivia, alla ricerca di una canina con cui fare accoppiare il cane di famiglia. A rompere il guscio di Edoardo non saranno tuttavia le pressioni del mondo esterno quanto il ravvicinato incontro con una ragazza conosciuta per caso. Costretto a uscire dal cono d’ombra nel quale si è nascosto per anni, Edoardo cercherà di risolvere il suo problema con goffi stratagemmi per trovare infine il coraggio di affrontare le proprie paure.

DATA USCITA:  23 aprile

DISTRIBUZIONE: Good Films

GENERE: Commedia 

ANNO: 2015

REGIA: Duccio Chiarini

SCENEGGIATURA: Duccio Chiarini, Ottavia Madeddu, Marco Pettenello, Miroslav Mandic

ATTORI: Matteo Creatini, Francesca Agostini, Nicola Nocchi, Bianca Nappi Miriana Raschillà, Crisula Stafida, Bianca Ceravolo, Michele Crestacci, Francesco Acquaroli, Lisa Granuzza di Vita

FOTOGRAFIA: Baris Ozbicer

MONTAGGIO: Liliane Corbeille 

MUSICHE: Woodpidgeon

PRODUZIONE: Biennale College Cinema, Duccio Chiarini e Babak Jalali per La Règle du JeuNord-Ouest Films

Short skin – Trailer

 

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