Globe Theatre. “Re Lear”, gli interpreti ci parlano della sua moderna tragedia

ROMA – Nell’incantevole cornice notturna di Piazza di Siena, al Globe Theatre di Roma, dal 16 luglio al 2 agosto andrà in scena l’ossessione per il potere e l’esasperazione dell’avidità umana: Il Re Lear di Shakespeare, per la regia del talentuoso Daniele Salvo.

E chi più di Goneril, la spietata figlia di Re Lear e del suo compagno il Duca di Albany alias “l’uomo di ricotta”, interpretati rispettivamente dalla sensuale neo-mamma Marcella Favilla e dall’affascinante Simone Ciampi, possono dare forma alle contraddizioni dell’animo umano, in sintonia con l’essenza stessa della drammaturgia del Bardo.

Simone, com’è stato vestire i panni del molle Duca di Albany? E per te Marcella, della terribile Goneril?

S: Una vera scoperta. Il Duca è sì uomo debole e passivo nei confronti della moglie dispotica, ma anche un uomo dall’animo buono, che troverà il coraggio di allontanarsi da lei, non condividendone le malefatte e i tradimenti. M: Goneril, non è un personaggio solo negativo: è una donna “estrema” nelle passioni e nei sentimenti, anch’essa frutto del suo ambiente familiare corrotto e violento.

L’attualità di Shakespeare si evidenzia anche nella modernità dei suoi personaggi: Goneril e Albany, a mio avviso, sono archetipi rispettivamente dell’uomo e della donna di oggi, spaesati e confusi. Che ne pensate?

S: Il duca di Albany assomiglia ai tanti giovani uomini, insicuri e spiazzati dalla crisi economica e sociale, vittime degli eventi, incapaci inizialmente di prendere decisioni, ma in grado di evolversi in positivo e svegliarsi dal torpore.  M: Goneril è un modello di donna moderna e spregiudicata, schiava delle passioni e priva di principi etici, che replica i comportamenti aggressivi degli uomini, come tante donne in carriera, senza scrupoli e assetate di potere.

E voi, quanto assomigliate i vostri personaggi? 

S: Assomiglio al duca di Albany nella pacatezza d’animo e spirito di osservazione, ma a differenza sua, non mi adagio sugli allori, come accade nel primo atto. M: sono simile a Goneril nella fisicità, nella passionalità, nella determinazione e nella sua visione della vita, priva di sfumature.

Per il regista Daniele Salvo: “Re Lear è la tragedia dei padri incapaci di capire i loro figli”. Un assunto valido ancora oggi. Che consiglio dareste alle nuove generazioni per affrontare questa società in crisi valoriale?

S: In virtù dell’insegnamento etico shakespeariano, suggerirei di non trascurare gli insegnamenti della famiglia e salvaguardare i valori acquisiti. M: Consiglio di non vivere il distacco generazionale, come ho capito, subito dopo esser diventata mamma.

“Spetta a noi il peso di questi tempi. Dobbiamo dire ciò che sentiamo dentro e non perché siamo costretti a dirlo”. Ed è questo il monito che il Duca di Albany, nel suo risveglio catartico, dalla passività all’azione, rivolgerà alle nuove generazioni: “Siate voi stessi e rimaniate puri, qualsiasi cosa accada”. Questo è il messaggio positivo, sotteso nella tragedia, indirizzato da un giovane ai suoi coetanei: non resta che farne tesoro. 

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