Cannes. Con Von Trier si torna a parlare di nazismo

CANNES – Con Von Trier bandito con effetto immediato, oggi  curiosamente si torna a parlare di nazismo.   E’ la volta infatti  del secondo film italiano in concorso,   “This Must be the Place”, del napoletano Paolo Sorrentino, co-sceneggiatore Umberto Contarello,  che narra la storia di  una star punk di 50enne, alla ricerca del criminale nazista che perseguitò il padre in un lager.

Primo lavoro in lingua inglese per il regista, è interpretato dalla star Sean Penn, che Sorrentino  ha conosciuto  proprio a Cannes nel 2008. L’idea era riportare sullo schermo Robert Smith, leader dei Cure. Rossetto rosso, smalto nero e parruccone dark d’ordinanza, ma con l’animus  di un bambino mai cresciuto. Sulla sue spalle tutto  il peso della morte di due giovani fan, che gli impedisce di  suonare ancora, nonostante molta parte del film sia musicale,  con David Byrne che interpreta se stesso,  mentre lui si dichiara fallito. E molta parte la prende  lo spazio americano: c grandi sequenze tra deserti e praterie.  Nella volontà di andare a scovare il criminale nazista c’è, sostiene Penn, «un senso americano di vendetta ».

 

Mentre l’attore è a Cannes con due film: oltre che in questo,  recita  in “The tree of life” di Malick,  Sorrentino si trova a contendere  la Palma con il film d’azione “Drive” del danese  Nicolas Winding Refn. La storia di  uno stuntman che risulta coinvolto in una sanguinosa rapina, perché di notte veste appunto i panni di un autista ladruncolo. Per la rassegna “Quinzaine”, è il turno di “Les Gèants” di Bouli Lanners, su due fratelli e sulle loro imprevedibili  vacanze.  Sempre  oggi in proiezione il film clandestino di Jafar Panahi,  vittima in Iran di una procedura giudiziaria, che lo vede condannato a sei anni di prigione e all’interdizione a lavorare per venti anni. “Il fatto di essere vivi e il sogno di mantenere intatto il cinema iraniano ci incoraggia a superare le attuali restrizioni”, ha scritto il regista in un messaggio indirizzato al Festival.  In Film Nist (Questo non è un film) realizzato da Panahi con Mojtaba Mirtahmasb racconta come, dopo alcuni mesi, il regista sia in attesa di un verdetto della corte d’appello. Attraverso la rappresentazione di una giornata della sua vita quotidiana, Panahi con Mirtahmasb propone uno squarcio sulla situazione attuale del cinema iraniano.
Si conclude con la sezione “Un Certain Regard”, con attori  non professionisti,  nel film russo “The Hunter” di Bakur Bakudaze, col protagonista che  affronta le difficoltà del vivere in Russia. 
Strappiamo un commento al volo al regista, autore e docente  Gianfranco Pannone: “Credo che Moretti abbia buone chances con il suo film, duro e divertente al tempo stesso, ma aspetto anche cosa ci riserverà Sorrentino…Da Cannes mi dicono che vincerà Malick con il suo film opera; c’è da scommetterci vista l’immensità del regista. Azzardo: e se ognuno dei tre prendesse un premio?”

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