“Nessuno può portarti un fiore”. Un progetto cinematografico attraverso il crowdfunding

ROMA – Un gruppo di giovani uomini e giovani donne, che si definiscono “ cineasti, lettori, sognatori” e un libro di Pino Cacucci “Nessuno può portarti un fiore”.

Questi gli ingredienti principali di un progetto cinematografico nato in Argentina nella mente e nei sogni di due ragazzi italiani. Viola Kanka e Stefano Chiovetta, studenti alla FUC – Università del Cinema di Buenos Aires – sono i motori di un progetto che ha poi coinvolto oltre 15 cineasti e che adesso sta cercando un finanziamento attraverso il meccanismo del crowdfunding. “Questo progetto nasce con la lettura del libro di Pino Cacucci ‘Nessuno può portarti un fiore’ – racconta Kanka – una raccolta di storie di donne ribelli e fuori dall’ordinario che spesso hanno pagato con la vita la scelta di inseguire i loro ideali. Questi racconti erano così interessanti che abbiamo deciso di approfondire le nostre conoscenze e abbiamo scoperto che è quasi impossibile trovare informazioni su queste donne. Era tutto molto strano. In un mondo in cui pensiamo di avere le informazioni a portata di mano e per tutti non riuscivamo a trovare quello che stavamo cercando. Quindi abbiamo cominciato a farci delle domande sulla vita di queste donne e sui meccanismi informativi che fanno sì che si scelga o meno di raccontare una storia. Chi è che decide quali ribelli resteranno nella storia e quali no? Per quale motivo avviene questa censura, per maschilismo forse?”. 

Alla fine di un periodo di studio Kanka e Chiovetta hanno identificato quelle che saranno le protagoniste del loro cortometraggio, Edera Francesca de Giovanni, Irma Bandiera e Tamara Bunke, e presentato il progetto alla loro Università che lo ha scelto come uno di quelli da supportare. “Il nostro scopo è quello di fare un cortometraggio in cui questi personaggi vadano oltre le loro caratteristiche soggettive, in cui queste donne possano rappresentare tutte le donne. Tutte quelle a cui nessuno può portare un fiore, perché nessuno sa dove sono, perché sono state dimenticate dalla storia”. Le tre protagoniste del cortometraggio rappresentano per gli autori “una voce femminile forte e chiara; in un mondo in cui le donne vengono oscurate da figure maschili, questo cortometraggio vuole lanciare dal passato un eco che risvegli la coscienza del presente”.

Edera Francesca de Giovanni era cresciuta in una famiglia di antifascisti e era stata condannata, durante il ventennio,  a venti giorni di carcere per aver polemizzato con il gerarca del suo paese. Caduto Mussolini divenne un’attiva organizzatrice dei gruppi di partigiani che, su suo impulso, avrebbero costituito la 36a Brigata Garibaldi. Il 30 marzo del 1944, durante un’azione con altri partigiani, Edera fu catturata dalla polizia avvertita da un delatore. Torturata per un giorno intero, la ragazza non si lasciò sfuggire la più piccola informazione e all’alba del 1° aprile fu fucilata contro il muro di cinta del Cimitero in via della Certosa. Prima che i suoi boia sparassero, gridò: “Tremate. Anche una ragazza vi fa paura!”.

Irma Bandiera fu staffetta nella 7a G.A.P. e coraggiosa partigiana. Fu catturata dai nazifascisti, a conclusione di uno scontro a fuoco; aveva con sé dei documenti compromettenti e per sei giorni i fascisti la seviziarono, senza riuscire a farle confessare i nomi dei suoi compagni. Il suo sguardo, potente e accusatore, fece sì che i suoi torturatori la accecassero. Fu fucilata ai piedi della collina di San Luca e il suo corpo fu lasciato sulla pubblica via come ammonimento.

Tamara Bunke è sepolta a Cuba, nel mausoleo di Santa Clara accanto ad Ernesto Guevara e ai corpi degli altri compagni dell’impresa boliviana finita tragicamente. Era una spia, collaboratrice del Che Guevara in Bolivia. Non solo è stata uccisa, ma dopo la sua morte la sua reputazione è stata infangata con false accuse di tradimento.

Viola Kanka e Stefano Chiovetta hanno studiato cinema presso la Film Accademy di Roma, e poi si sono trasferiti a Buenos Aires e stanno studiando nella FUC (Università del cinema di Buenos Aires). “Siamo venuti a Buenos Aires perché l’Italia, e forse l’Europa in generale, non offre ancora una buona università di cinema a prezzi accessibili. Inoltre, a nostro avviso, l’importante in una scuola di cinema è poter avere a disposizione attrezzature da usare quando uno ne ha bisogno. E questo ce lo dava solo la FUC. Ci consideriamo molto fortunati, perché l’università di Buenos Aires ci offre la camera, 2 rulli cinematografici, steadycam, panther dolly, luce e altre attrezzature. Ma sfortunatamente, questo non è abbastanza! Per poter produrre un cortometraggio di qualità, le risorse che abbiamo al momento non sono sufficienti. Ed è per questo che chiediamo il vostro aiuto! Vogliamo puntare in alto, arrivare ai festival e raggiungere più persone possibili. Per questa ragione, il film sarà anche fatto in diverse lingue (Italiano, Spagnolo, Bosniaco) con sottotitoli in Inglese”.

Ulteriori informazioni su questo progetto e possibilità di donare su 

https://www.indiegogo.com/projects/nessuno-puo-portarti-un-fiore-short-film#/story

e sulla pagina facebook “Nessuno può portarti un fiore”.

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