Locarno 68 Pardo d’onore Swisscom a Marco Bellocchio

LOCARNO – “Stasera omaggiamo un autore che ha attraversato la storia del cinema”. Carlo Chatrian ha salutato così un emozionato Marco Bellocchio, che ritorna dopo 50 anni a Locarno per ritirare il Pardo d’onore Swisscom alla carriera.

Un omaggio al regista in Piazza Grande, la proiezione del suo film d’esordio,  i Pugni in tasca, lacerante e ancora attuale. Nel 1965 i più illustri intellettuali dell’epoca , Soldati, calvino, Moravia, Pasolini ne dibattono. La critica lo annovererà tra i film manifesto in grado di anticipare i fermenti dek 68. Ha fatto la storia di Locarno, come luogo di scoperta e lancio di opere che possono essere scomode. Nel 1965 il film, sostenuto in giuria da Marco Ferreri,  nel Parco del Grand Hotel  vinse la Vela d’argento. Una vicenda di dolorosa solitudine e malattia, in una villa isolata sulle colline piacentine, a Bobbio. La famiglia protagonista del film vive un profondo disagio, una simbiosi che porta i  protagonisti a non esistere senza relazionarsi con gli altri.

Il film torna in Svizzera, restaurato grazie al sostegno di Giorgio Armani, che prosegue il suo sostegno al mondo del cinema. Oltre ad aver creato i costumi di più 200 film, ha anche collaborato alla conservazione e al restauro di pellicole al restauro di pellicole importanti provenienti da tutto il mondo. I pugni in tasca, in bianco e nero,  tornerà in sala in autunno, distribuito da The Match Factory. “Quando ero bambino – ha detto lo stilista – il cinema era per me la più bella delle vie di fuga dalla realtà” . Mi piaceva immaginare ogni volta di vivere le stesse avventure e le stesse emozioni del protagonista del film. Aver avuto nel corso della mia carriera la possibilità   di  lavorare con i più grandi attori dando vita a storie magnifiche e poter contribuire alla conservazione del patrimonio cinematografico,  è in un certo senso un sogno che si è avverato”.  Il film in bianco e nero, sarà nelle sale in autunno, distribuito da The Match Factory.  Dopo Locarno  il regista piacentino tornerà alla Mostra del Cinema di Venezia, tre anni dopo Bella Addormentata,  con il Film Sangue del mio sangue e correrà per il Leone d’oro, con una storia a cavallo tra due epoche il “600 e i giorni nostri. Il film ha preso vita nelle prigioni di Bobbio, che facevano parte del convento di San Colombano.Il protagonista Federico, è  un giovane uomo d’armi interpretato dal figlio Pier  Giorgio,  che viene sedotto come il suo gemello prete da Suor Benedetta, che verrà condannata ad essere murata viva nelle prigioni piacentine (nel cast anche Roberto Herlitzka, Filippo Timi e Alba Rohrwacher). Nello stesso luogo secoli dopo tornerà un altro Federico, un ispettore ministeriale  che scoprirà che l’edificio è ancora abitato da un misterioso Conte che vive solo la notte.

Condividi sui social

Articoli correlati