La storia vera del produttore Alfredo Bini e del suo angelo custode

Non è un film, ma una vicenda realmente accaduta, tra lo storico produttore dei film di Pasolini  e Giuseppe Simonelli, il mecenate che gli salvò la vita

MONTALTO DI CASTRO – ‘Il Cinema racconta storie, racconta persone, racconta emozioni, a volte sono vere, altre volte ispirate, altre ancora sono il frutto della fantasia di chi ha avuto un’idea.Ci sono volte, però, in cui s’ incontrano storie e persone che non fanno parte di un progetto cinematografico, ma le cui emozioni e vicende private sono figlie di quella gigantesca macchina che si muove dietro e intorno al Cinema, e sono esse stesse…Cinema.

Eccone una. È la storia di un uomo, anzi di due uomini, che il destino fa incontrare in un motel sulla via Aurelia a Montalto di Castro. Li separano 35 anni, in comune hanno gli occhi azzurri profondi e scintillanti. L’imponente anziano signore con la barba bianca che siede nell’androne esterno dell’hotel è Alfredo Bini, produttore di film che fanno parte della Storia del nostro miglior Cinema: “Il bell’Antonio” di Bolognini, “Accattone”, “Mamma Roma”, “Uccellacci, Uccellini”di Pier Paolo Pasolini (tanto per citarne alcuni), e amico di Alberto Moravia, Elsa Morante, Dacia Maraini; il giovane uomo,  che entrando incontra lo sguardo di quel vecchio, è Giuseppe Simonelli, proprietario dell’albergo. Alfredo Bini capita lì nel giorno forse peggiore della sua vita: senza soldi, senza casa, senza sapere dove andare, senza famiglia, senza nessuno, con l’unico bagaglio di un’esistenza ricca di coraggio e dignità.

Giuseppe Simonelli non ha la più pallida idea di chi sia quel canuto signore che somiglia ad Hemingway e che gli ha chiesto una stanza, intuisce però, quasi subito, che non potrà pagarla, capisce che quell’ospite inatteso si trova in gravi difficoltà. Così Giuseppe, senza chiedere spiegazioni, decide di alloggiarlo gratuitamente in due stanze del suo hotel. Passa così qualche anno e i due intanto si confidano, si raccontano, si conoscono, si confortano, nasce una splendida amicizia. Ma non finisce qui. 
Giuseppe, dopo qualche tempo, deve lasciare quella struttura alberghiera. Che ne sarà di Alfredo? Dove andrà?  È forse la fine di una bella storia?

No, la storia continua ed è sempre più bella! Giuseppe costruisce per Alfredo una vera casa, tutta di legno in stile coloniale, e la arreda con tutti i ricordi che Alfredo è riuscito a salvare, e così il dono più grande di quel giovane uomo è l’affetto sincero e disinteressato che renderà l’epilogo della vita di un altro uomo più dolce e più lieve. Passano altri anni, dieci da quando tutto è cominciato, Alfredo ha superato gli 80, si ammala e muore. Vicino a lui, fino alla fine, come un figlio col padre, c’è sempre e solo Giuseppe che compra per l’amico anche la sua ultima dimora. Ad oggi sono trascorsi cinque anni, Giuseppe si reca in quel luogo a portare fiori, a parlare con l’amico, ad accarezzare la sua foto ed ha deciso che Alfredo non deve essere dimenticato, deve vivere ancora. S’ incontra con il giovane e sensibile cineasta Simone Isola e insieme decidono di raccontare l’incredibile vicenda pubblica e privata del produttore, dall’inizio alla fine. Ne nasce un prezioso documentario dal titolo “Alfredo Bini: ospite inatteso” che il regista ha presentato in concorso  alla 72 Mostra del Cinema di Venezia ottenendo il plauso di tutta la critica cinematografica. Ma non è ancora finita. 

Giuseppe fonda l’Associazione Culturale Alfredo Bini” e con l’aiuto del giovane ed illuminato sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci , ha inaugurato il 12 dicembre scorso uno spazio cinema dedicato al produttore, un centro cinematografico-culturale polifunzionale dove si svolgeranno i corsi dei mestieri del Cinema per dare ai ragazzi del posto nuove opportunità di lavoro. Alfredo Bini e Giuseppe Simonelli, io, ho avuto il privilegio di conoscerli entrambi. Alfredo non ha bisogno di presentazioni. Giuseppe è una di quelle persone che quando le incontri ti riconciliano con l’umanità. Si parla spesso della magia del Cinema, sarà un caso ma quell’albergo dove è iniziata questa storia si chiamava e si chiama Hotel Magic, anche se, la vera magia di questa vicenda di umani sentimenti, è opera di Giuseppe Simonelli che, sono convinta, in nome di Alfredo non si fermerà mai! E la storia continua…

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