Premio Mariangela Melato a Beatrice Schiros e Angelo Di Genio

Intervista ai vincitori

MILANO – L’ Associazione Mariangela Melato nasce il 22 Gennaio 2013, pochi giorni dopo la scomparsa dell’attrice ed ha lo scopo non solo di tutelare il nome di Mariangela Melato, ma anche di promuoverne la memoria, con diverse iniziative tra cui il Premio Mariangela Melato. Un premio indirizzato ai giovani talenti emergenti e che quest’anno sarà consegnato a Beatrice Schiros e Angelo Di Genio il 18 Giugno al Teatro Elfo Puccini di Milano nell’ambito dello storico Premio Hystrio. Il premio dedicato alla grande attrice è un omaggio al talento della Melato, che con caparbietà ha scelto di coltivarlo non smettendo mai di lavorare e studiare. É la stessa Anna Melato, sorella dell’attrice e tra i soci fondatori dell’Associazione a raccontare: “Lei diceva che chi ha talento, ha avuto un dono e che come tale andava condiviso con gli altri, ed era sicura che così facendo, usando quel dono, si diventasse migliori. E io posso testimoniare che lei era diventata una donna straordinaria.  Mariangela era fuori dalla norma: per la sua volontà spesso stoica, per la capacità e la caparbietà di imparare tutto e di volerlo fare al meglio, per la sua iper-criticità, e per la sua etica, a volte incomprensibile ai più.” Beatrice Schiros, parmense di nascita e diplomatasi allo Stabile di Genova è stata protagonista di diverse fiction tv ( Provaci ancora Prof, Fuori classe e Nero Wolfe) e di numerosi spettacoli teatrali tra cui Thanks for Vaselina e Animali da bar, spettacolo quest’ultimo che riceverà anche il premio Hystrio come miglior spettacolo dell’anno, di recente ha ricevuto un grande consenso per la sua interpretazione in La pazza Gioia, per la regia di Paolo Virzì che ha partecipato all’ultimo Festival di Cannes nella rassegna Quinzaine des Realisateurs.  Angelo Di Genio, invece si è diplomato presso la Poalo Grassi, è stato diretto tra gli altri da Massimo Castri, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, ha girato diverse fiction e ha prestato il suo volto per alcuni spot, nel 2011 si è aggiudicato il Premio UBU come miglior attore under 30 con lo spettacolo The History Boys. In occasione del ritiro del Premio Mariangela Melato abbiamo fatto qualche domanda ad entrambi i vincitori…

Beatrice cosa vuol dire per te ricevere il Premio Mariangela Melato?

Aver ricevuto questo riconoscimento (assolutamente inaspettato)  è per me un enorme gioia, di per sé ricevere riconoscimenti per il lavoro che si fa e che si ama profondamente è un immensa soddisfazione, in questo caso in particolare il premio che porta il nome di una  grande – sublime  – intensa –   attrice teatrale  qual’ era Mariangela Melato e che ha dedicato tutta la sua vita   a questo splendido mestiere  senza  risparmiarsi mai, beh ……….è ovviamente una soddisfazione all’ennesima potenza! Come attrice farò di tutto per seguire i suoi insegnamenti e questo lavoro lo continuerò a fare come ha fatto lei, non risparmiandomi mai e mettendo al primo posto il cuore! Sempre! 

Tra i lavori teatrali di Mariangela Melato c’è uno in particolare che ti è piaciuto, e che come attrice vorresti avere l’opportunità di interpretare?

Non c è un lavoro della grande Melato in particolare che mi è piaciuto perché tutto ciò che ha fatto, è stato fatto meravigliosamente sia in teatro che in tv che al cinema e mi auguro di poter avere le stesse occasioni così da potermi mettere in gioco sempre di più!

Essere donna in un mondo teatrale fatto per la maggioranza da uomini, quanto è faticoso?

Questo nostro mestiere (e mi riferisco al teatro)  è faticoso e impegnativo sempre  e per tanti motivi: per la situazione che viviamo in Italia già da parecchi anni dove la cultura è sempre più sacrificata, dove il nostro lavoro non è riconosciuto come dovrebbe essere, dove le donne che vogliono continuare a fare questo lavoro e che nello stesso tempo desiderano una famiglia, fanno fatica a conciliare le due cose sia per questioni di tempo (le prove in teatro prendono quasi tutta la giornata) che per questioni di soldi (paghe molto molto basse) e magari rinunciano a farsi una famiglia anche per questo, insomma un cammino davvero in salita che quando si riesce a fare in una situazione un tantino più tutelata e più comoda, è davvero il mestiere più bello del mondo! 

Angelo cosa vuol dire per te ricevere il Premio Mariangela Melato? 

Per me è un onore ricevere un premio intitolato a Mariangela Melato, per tutto quello che Mariangela rappresenta per tutti noi, per il cinema e il teatro italiano. Io l’ho conosciuta solo per pochi minuti dopo due repliche di History Boys a Milano e a Roma. Era molto affezionata a quello spettacolo e al nostro gruppo. Inoltre, ricordo che le tournée con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni sono state cadenzate dagli aneddoti relativi ai loro momenti di vita e di spettacolo trascorsi insieme a Mariangela, racconti che lasciavano trasparire tutto l’amore, l’impegno e il rispetto che lei aveva nei confronti delle tavole del palcoscenico, in ogni replica, in ogni città, davanti ad ogni pubblico. Queste loro parole su Mariangela mi accompagneranno sempre: “la sua passione vivissima, lucida, tesa, per l’arte della scena che ha nell’attore il suo segreto e la sua risorsa più inviolabile ma, al tempo stesso, a disposizione di tutti”. Ed è qualcosa in cui io stesso credo molto: darsi al pubblico ogni sera con tutta l’intensità e la sacralità che quest’ “arte del raccontare” possiede. Un riconoscimento come questo è anche la conferma che l’aspra strada che sto percorrendo nell’affrontare questo mestiere, a mio modo e a piccoli passi, ma è quella giusta. Non riuscirei a pensare a nulla di più elettrizzante che una vita dedicata a quest’arte.

Tra i lavori teatrali di Mariangela Melato quale ti è piaciuto di più e perchè?

Il dolore M. Duras Perché?! Per il lavoro svolto da Mariangela sulla misura rispetto a un tema così profondo come l’attesa e il dolore. Mariangela riesce ad essere realistica e simbolica in poche battute, anzi quasi all’interno della stessa battuta, senza cedere mai neanche ad un solo secondo di retorica; vive la drammaticità della solitudine, dell’attesa con grande profondità e leggerezza, in un ossimoro che la lacera dentro, in diretta davanti a noi, profonda fino al parossismo. Immensa. Ma anche in “Quel che sapeva Maisie” la sua bimba è stata di ispirazione per il mio lavoro ora con Tindaro Granata, Geppetto e Geppetto, dove nel primo tempo interpreto un bambino di 9 anni.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Otello con Elio De Capitani, Morte di un commesso viaggiatore 4º anno di tour, Road Movie, un monologo di Godfrey Hamilton 3º anno di tour, Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata, con cui abbiamo appena debuttato in anteprima a Castrovillari e a seguire al Festival delle Colline Torinesi, per poi arrivare a Genova da dove siamo appena tornati. Ma Geppetto e Geppetto nella prossima stagione sarà in scena anche all’Elfo Puccini e in molte altre piazze italiane.

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