FFF. “Pecore in erba”, al festival di Fiuggi largo alla tolleranza

FIUGGI (nostro inviato) In un momento in cui l’Europa intera è scossa da conflitti di religione e razziali, il Fiuggi Film Festival ha il merito di proporre pellicole utili ed educative come “Pecore in erba” esordio alla regia di Alberto Caviglia. Classe 1984, Caviglia, lui stesso ebreo, ha scelto un  modo originale di raccontare il razzismo, più esattamente l’antisemitismo, attraverso la forma del mockumentary,  cioè del falso documentario, realizzato in chiave ironica e paradossale.

Il film  narra di Leonardo Zuliani, attivista xenofobo e antisemita, che un giorno  scompare lasciando un vuoto incolmabile nel popolo. Attraverso i suoi ricordi  ripercorriamo la sua esistenza, quando da piccolo discriminava  il compagno di classe ebreo, disegnava bozzetti razzisti. L’avversione verso i diversi in lui cresce: agli ebrei dà la colpa della crisi finanziaria, di aver legalizzato lo strozzinaggio e finanche programmato attacchi terroristici al World Trade Center.  Finzione e realtà si fondono sullo schermo, in stile documentaristico: giornalisti, politici, uomini di spettacolo, nei panni di loro stessi,  si pronunciano seriosamente , sfilano Vittorio Sgarbi, Corrado Augias, Ferruccio De Bortoli,  Carlo Freccero,  Giancarlo Magalli, Mara Vernier, Kasia Smutniak. Il mondo assurdo creato da Caviglia assomiglia terribilmente a quello vero! 

“Pecore in erba” è stato accolto con lunghi applausi alla nona edizione del Fiuggi Film Festival. “Un film contro gli estremismi – spiega Caviglia all’incontro con i ragazzi della Giuria Giovani del Fiuggi Film Festival – che presuppone apertura mentale e capacità di mettere in discussione le proprie posizioni. E’ anche una critica al mondo mediatico, – ha continuato il regista –  volevo far riflettere sul mondo dell’informazione a cui spesso siamo abituati a credere in modo quasi indiscriminato, senza filtri”.

Una domanda dalla stampa accreditata: “ Non ha avuto il timore che il film potesse essere frainteso e dare un risultato opposto alle migliori aspettative? “Il film non fa altro che estremizzare fenomeni esistenti, li esagera ma non li inventa. Ho avuto certamente la paura che potesse peggiorare la situazione … Ma poi mi sono tranquillizzato già dai primi pareri”. 

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