Basilica dei Santi. “La pirandelliana”, un faro sulla bistrattata Roma

ROMA – C’era una volta… l’Estate Romana! Poi è arrivato un sindaco genialoide, più un commissario burocrate; aggiungete pure l’ottusità e la mala fede tipica di certi uffici e Roma si è spenta, o quasi. 

Per fortuna c’è ancora qualche faro che illumina la nostra Città, disastrata dalla politica. Uno di questi pochi fari di cultura, si può trovare nel giardino della magnifica chiesa di S. Alessio all’Aventino, un balcone naturale sul Tevere, che i Padri Somaschi mettono a disposizione della compagnia La Bottega delle Maschere, capitanata coraggiosamente da Marcello Amici, animatore, protagonista e regista di questa ormai storica rassegna teatrale, che dal lontano 1997 rende omaggio a uno dei maggiori drammaturghi italiani a livello mondiale: Luigi Pirandello! 

Come da tradizione, La Pirandelliana prevede due distinti spettacoli (che vanno in scena a giorni alterni), cui il pubblico può assistere, allo stesso tempo rifacendosi con la vista incantevole, che dall’alto dell’Aventino abbraccia la parte più affascinante e magica della città, da Trastevere al Gianicolo, all’Isola Tiberina! Tra l’altro, l’iniziativa sta riscuotendo grande successo, non solo tra i romani ma anche tra i numerosi turisti, attratti dalla bontà della proposta artistica ma anche dall’indiscussa complicità della bellezza della location. Va subito detto che il cast si riveli subito di alto livello, sicuramente all’altezza del testo; lo stesso dicasi della regia di Marcello Amici, che riesce egregiamente a coniugare lo spirito della drammaturgia pirandelliana, la teatralità della parola e la cura attenta nella ricerca degli oggetti di uso comune nella campagna siciliana del secolo scorso, che conferiscono un piacevole realismo ai due atti unici.

Pirandelliana 2016, ormai alla sua XX edizione, quest’anno ci propone Enrico IV (in scena il martedì, il giovedì, il sabato); e l’accoppiata di atti unici L’altro figlio e La giara (in scena il mercoledì, il venerdì, la domenica). Una scelta di testi che ci raccontano il mondo pirandelliano, fatto di paradossi costanti, di un’ironia sottile e tagliente.  Si tratta di un’iniziativa teatrale coltivata negli anni da Marcello Amici, nell’alveo della tradizione pirandelliana, con sfoggio di costumi d’epoca, e con pochi elementi di scena, funzionali, ma a volte di grande effetto teatrale, come il bellissimo cavallo dorato di Enrico IV

Degli atti unici Dazebao ne ha già parlato ampiamente (il 23 luglio scorso). Oltre alle considerazioni di carattere generale su quella che fu l’Estate Romana, desideriamo solo aggiungere una nota sull’Enrico IV. La drammaturgia ci racconta la paradossale vicenda di un anziano nobile, il quale, venti anni prima, per carnevale si era mascherato da Enrico IV di Germania: una caduta da cavallo, gli causò un trauma cranico e psichico, per cui egli continuò a sentirsi realmente Enrico IV.  Nella solitudine della sua austera villa, un bel giorno compaiono la Marchesa Matilde, di cui era innamorato, il barone Belcredi suo rivale in amore, (colui che in realtà causò lo scarto del cavallo con la conseguente caduta del nostro protagonista) e uno psichiatra, il quale con un messa in scena artificiosa spera di guarirlo, proprio come se si trattasse di un orologio arrestatosi a una certa ora e che si rimetta a segnare il tempo. 

Enrico IV però, era già guarito da un pezzo: solo che aveva preferito continuare a farsi credere pazzo. Sarà proprio il suo rivale in amore a scoprire a sue spese la realtà! Ma per evitare le conseguenze penali della sua avventata vendetta, Enrico IV dovrà continuare a fingersi pazzo. Ironia della sorte!     Un Marcello Amici in gran forma è il protagonista di questo dramma: accanto a lui spiccano Marco Vincenzetti, (Belcredi) e Mario De Amicis (il dottor Dionisio). Con loro, sul palco dell’Aventino, i bravi Anna Varlese, Giacomo Bottoni, Andrea Carpiceci, Lorenzo D’Agata, Salvatore Iermano, Valerio Ludovici, Katia Maglione e Giulia Paoletti

Degli atti unici, ci piace citare la magnifica interpretazione di Alessandra Ferro protagonistade L’altro figlio nell’impegnativo ruolo di Mariagrazia, e la fresca vivacità di Valeria Iacampo nei panni di Ninfarosa. Ne La giara, invece, spiccano Marco Vincenzetti e Marcello Amici, che ci offrono due splendidi Don Lollò e Zi’ Dima: due personaggi assai diversi l’uno dall’altro, pretenzioso e autoritario il primo, furbo ma deciso l’altro, in una contrapposizione che si presta a diverse metafore della vita.    Una rassegna sicuramente da vedere. E ancora un plauso a Marcello Amici, che continua ad accendere un faro importante sulla nostra bistrattata città, nella più totale e assoluta latitanza delle Autorità (leggasi Roma Capitale). 

                                     

PIRANDELLIANA – Fino al 7 agosto 

Giardino della Basilica dei SS. Bonifacio e Alessio all’Aventino

P.za S.Alessio 23, Roma 

Informazioni e prenotazioni: 06.6620982 (10 – 13/16 – 20)

www.labottegadellemaschere.it

[email protected] 

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