Teatro De’ Servi. “Separati”. Recensione

ROMA – Al Teatro de’ Servi è  in scena una particolarissima commedia, che mette a fuoco l’universo maschile, questa volta raccontato dal punto di vista dei padri separati, spesso accusati di non assumersi le proprie responsabilità, di ignorare i bisogni femminili, di non saper rispondere ai propri obblighi paterni. Stiamo parlando di  “Separati”, un lavoro brillante scritto e diretto da Alessandro Capone con un cast di grande rilievo, composto da Francesco Bauco, Emy Bergamo, Roberto D’Alessandro, Giampiero Mancini, Massimiliano Vado.  

La pièce, che ha aperto ufficialmente la stagione,  ci narra la storia di Max, da poco diviso da una moglie sanguisuga, che trova difficoltà anche per parlare al telefono con il figlio di nove anni. Viste le ristrettezze economiche, Max prende in affitto uno scantinato buio, che cerca di arredare alla buona, grazie a IKEA! Ma sorge il problema del montaggio dei mobili…. e così arrivano in suo soccorso tre amici, Roberto, uno chef golosone, Paolo, attore in cerca di… celebrità, e Nicola, psicologo della ASL!  Ovviamente, la scena fra i quattro amici serve a esporre la tematica e al confronto fra le singole situazioni. I dialoghi sono molto brillanti e ricchi di battute, di ironia, di gags, anche se non mancano dei momenti di riflessione. Come spesso accade, gli amici a un certo punto se ne vanno… e per giunta senza montare la libreria, ma – per fortuna della sorte – quasi per incanto si materializza nel seminterrato Francesca,  l’inquilina dell’attico (oddio: attico!…. una soffitta condonata!!!!!), una bellezza mozzafiato, curiosa ed intrigante, ma con un caratterino niente male: in poche parole, dopo un reciproco piacersi, l’isteria nei due prevale e tutto finisce a scatafascio. Ma in un alternarsi di scene, con gli amici e con Francesca, scocca una momentanea scintilla: lei, infatti, ugualmente separata, ha grossi dubbi esistenziali nel relazionarsi con altri uomini, e così, quella che poteva sembrare una logica conclusione, viene a sfumare, lasciando Max nella disperazione più totale, ma questo gli farà ricordare di avere un figlio, del quale – anche se non per colpa sua – rischiava di dimenticarsi. 

Altro non vogliamo rivelare, su questa piacevole commedia, la cui storia, tutto sommato, è semplice e lineare.  Tutto l’impianto poggia, invece, sulla indiscussa bravura dei cinque attori, peraltro assai ben diretti da  Alessandro Capone , regista nonchè autore. I ritmi sono spesso incalzanti, serrati, i tempi comici rispettati rigorosamente, le gags molteplici e divertenti. Tra le trovate registiche, abbiamo particolarmente apprezzato il racconto di Max agli amici dei giorni che passano, con Francesca che quotidianamente cambia idea e stato d’animo. Altro momento intenso è quello della telefonata di gruppo, allorquando i quattro amici litigano ciascuno con la propria ex moglie! Momento apprezzabile è ancora l’esibizione di burlesque, in cui Emy Bergamo, dopo aver dato prova di tutta la sua bravura interpretativa, incanta il pubblico con un sinuoso e sensuale numero sexy.  Giampiero Mancini risulta a suo completo agio e assai convincente nel ruolo di Max, Roberto D’Alessandro (Roberto anche nel ruolo), sicuramente il più comico tra tutti, arricchisce la commedia con la sua verve briosa e graffiante, a volte condita con un saporito pizzico di “nduja” calabrese. Massimiliano Vado interpreta molto bene il personaggio di Nicola, intellettuale della serie “armiamoci e partite”,  mentre Francesco Bauco, molto ben calato nei panni di Paolo, completa il quartetto di separati! Di  Emy Bergamoabbiamo già detto: aggiungiamo solo che sa passare con estrema disinvoltura da accenti ironici e spiritosi a punte di intensa drammaticità. Nel complesso,  uno spettacolo che merita di essere visto!  Un lavoro in cui molti spettatori si rispecchieranno, ahimè. Ma forse, proprio per questo, un motivo in più per riflettere, divertendosi!

Fino al 16 ottobre 2016 

Teatro de’ Servi  –  

Via del Mortaro, 22 (Via del Tritone) – 

Info: 06.6795130 www.teatroservi.it

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