Jack Nicholson. Una vita di otto decadi

Jack Nicholson è venuto al mondo il 22 aprile 1937 – oggi è il suo ottantesimo compleanno – a Neptune City nel New Jersey. Suo padre, Donald Furcillo, era uno showman nato da lombi italiani emigrati negli Stati Uniti.

Sua madre, June Nicholson, una studentessa statunitense che aveva origini irlandesi, inglesi e scozzesi. Al contrario di quello che sembra, Jack non è per niente nato con la camicia: lui stesso, e possiamo immaginare con quale pathos, solo nel 1974 ovvero a trentasette anni, scoprì di essere figlio di June, che aveva creduto sua sorella, mentre quella che riteneva la mamma era in realtà sua nonna. Donald Furcillo, il padre biologico di Jack, da vero alcolizzato aveva abbandonato sua madre subito dopo il parto, quando la ragazza aveva appena diciassette anni. Non è un film, ma l’avventura di Jack e si può immaginare perché l’attore abbia accanto al suo nome il cognome materno che, tra l’altro, suona meglio.

La natura deve aver donato a Nicholson grandi energie se, anche lui a diciassette anni, decise di lanciarsi nel mondo trasferendosi a Los Angeles, per seguire una carriera nel cinema. Il successo gli arrise a trentadue, nel 1967, quando interpretò, in Easy Rider, il personaggio di George Hanson, un avvocato alcolizzato alla ricerca di nuove emozioni, che gli valse una candidatura all’Oscar come migliore attore non protagonista. Negli anni settanta fece uso di stupefacenti – cosa che non ha mai nascosto – e s’impegnò politicamente. Si è schierato contro la guerra del Vietnam e nel 1992 ha assistito all’insediamento alla Casa Bianca del Presidente Bill Clinton, candidato del Partito Democratico. 

Dopo Easy Rider la sua carriera cinematografica fu tutta in ascesa. Citiamo solo i momenti salienti, quando vinse il Golden Globe come migliore attore protagonista in China Town, diretto da Roman Polanski. Molti lo ricordano in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, film di Milos Forman che nel 1973 si è aggiudicato cinque statuette agli Oscar: film, regia, sceneggiatura non originale e miglior attore, Jack Nicholson appunto.

Nel 1980 arriva la sua indimenticabile interpretazione di Jack Torrance in “Shining” di Stanley Kubrick. Molti video dello scrittore impazzito che minaccia la moglie sulle scale, girano tuttora in facebook. Nel 1983 vinse nuovamente il premio Oscar come migliore non protagonista in “Voglia di tenerezza”. Nel 1989 guadagnò 60 milioni di dollari, entrando a far parte del Guinnes World Record, per aver vestito i panni del folle Joker in “Batman” di Tim Burton. Il terzo Oscar gli arrivò nel 1997 per “Qualcosa è cambiato”, dove era protagonista. Ultimamente è diventato molto più selettivo nei confronti del cinema, ma ha annunciato che nel 2017 lo vedremo nel remake “Vi presento Toni Erdman”.

Ha avuto cinque figli con quattro donne diverse: Jennifer classe 1963, Caleb James classe 1970, Honey classe 1981, Lorraine classe 1990, Raymond classe 1992. Per decenni è stato vicino di casa di Marlon Brando, del quale ha acquistato la villa, manifestando poi l’intenzione di demolirla. Nel 1996 la rivista Empire l’ha classificato al sesto posto tra i migliori attori del secolo.

Shining – La scena più famosa del film

 

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