Teatro Marconi. “I volti di Faust”, sperimentazione ardita. Recensione

ROMA – L’ardita sperimentazione al Teatro Marconi con l’allestimento de “I volti di Faust” un progetto originale tratto dalle opere di  Spies, Marlowe e Goethe, ha  alcuni punti deboli: troppo lunga l’introduzione durante la quale si sono lasciati all’aperto in piedi gli spettatori, tra cui molti anziani che verso la fine  “caracollavano”.

La compagnia Abraxa, composta da giovani attori sotto i 35 anni, ha utilizzato come scenografia l’ambiente urbano che circonda il Teatro Marconi: palazzi, piazzali, scale antincendio eliminando i posti a sedere e coinvolgendo il pubblico per renderlo parte integrante dell’Opera. Sostenuto il ritmo dei cambi di scena, realizzati attraverso l’ideazione di spazi scenici configurati per evocare il cosmo di ritmi e di emozioni suscitati dai testi rappresentati.

Uno degli elementi narrativi originali di questa nuova produzione di spettacolo dal vivo, è l’ascolto dei pensieri di Faust da parte degli spettatori presenti. Il personaggio di Faust non parla, le sue riflessioni e le sue risposte sono udite tramite casse acustiche che imprimono alla voce registrata di Faust l’effetto di un pensiero ascoltato quasi di nascosto dal pubblico. Il Coro è un elemento portante dell’allestimento, un vero e proprio terzo personaggio principale della narrazione dopo Faust e Margherita. Un coro che si muove tra palazzi e pubblico, che compare e scompare, che fa sentire la sua imperiosa voce. Infatti si ribellerà al ruolo di comprimario narrativo e si arrogherà il diritto di interpretare i personaggi principali, tranne Faust e Margherita, di cui a volte diverrà il “doppio” in scena. Questa alternanza di presenze dà incisività alle personalità complesse dei pèrsonaggi, offrendo sfaccettature e comportamenti diversi in relazione allo sviluppo della narrazione.

“Questo progetto è stato realizzato con l’intento di proporre una nuova opera che contenga elementi e circostanze drammaturgiche tratte dai tre autori citati, per coniare una nuova unità stilistica che non sia più appartenente alle epoche degli scrittori sopra menzionati, ma si trasfiguri in un linguaggio unitario, antico ma efficacemente contemporaneo.”

Come si vede una promessa molto intrigante, ma il consiglio amichevole di Dazebao è quello di mettere meglio a punto l’intera struttura perché il rischio è la sperimentazione, utile e ambiziosa, alla fine non decolli. E sarebbe un peccato.

Prossima rappresentazione:

Venerdì 1 settembre 2017, ore 22:00 Giardino degli Aranci (Aventino)

all’interno di Improvvisi Urbani 23°Festival Internazionale del Teatro Urbano. 

Spettacolo itinerante presso gli spazi aperti del Giardino degli Aranci di Roma.

I Volti di Faust

Drammaturgia, testo e regia di Emilio Genazzini

 

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