Teatro Eliseo. “Finale di partita”, il palcoscenico come autocoscienza. Recensione

ROMA – Il sipario dell’Eliseo si apre su un appartamento che ricorda l’architettura di un ossario o l’angustia di un rifugio antiatomico, dove stanno Hamm (Glauco Mauri), un anziano signore cieco e condannato su una seggiola a rotelle, con il suo servo Clov (Roberto Sturno), che frenetico si muove in piedi, in quel perimetro che sente claustrofobico.

Beckett trasfigura così i due archetipi:

Clov Non posso star seduto.

Hamm Già. E io non posso stare in piedi.

Clov Così è.

Hamm A ciascuno la sua specialità (Pausa). Non ridi? 

Clov (dopo aver riflettuto) Non ci tengo.

Clov con un passo fuori dalla porta, da sempre e per sempre in procinto di varcare la soglia e via, scapparsene via, Hamm che da parte sua non fa altro che invitarlo costantemente verso l’uscita (…). Ma poi in realtà non possono far altro.

E il dramma degli individui condannati a vivere per forza d’inerzia, il servo Clov si affaccia alla finestra nominando il mare ma, al di là, sembra esserci il vuoto. Il nulla condiziona queste esistenze, riempite dal ripetitivo litigare. A un lato della scena due attori (Elisa Di Eusanio e Mauro Mandolini), in un’inerme nudità, stesi in una sorta di cassonetti dell’immondizia, impersonano i genitori di Hamm, caduchi e senza gambe. Sono i protagonisti di ”Finale di partita”, in prima nazionale grazie all’eccellenza di un’equipe che ha saputo portare sul palco i difficili fantasmi di un’umanità in deterioramento, privi di senso vitale, irrazionali e interdipendenti. . Gli attori, tutti bravissimi, hanno convinto e sono stati molto applauditi.

Non pochi critici hanno visto in questo dramma di Beckett, per la situazione fuori dal tempo e i riferimenti a una civiltà che non esiste più, uno scenario post-atomico che – in giorni in cui le mosse di Donald Trump e Kim Jong-un spaventano – pare tutto fuorché astratto. Ma anche coloro i quali si fermassero a leggere quanto di negativo c’è in una vita vegetativa e meschina, hanno molto su cui riflettere. In ogni personaggio si può intuire una parte di noi stessi, quella più oscura e rimossa. A tal proposito, segnalo che Martedì 10 ottobre alle ore 18.00, prima della replica serale, Glauco Mauri e Giuseppe Di Giacomo incontreranno il pubblico sul tema ‘Introduzione a Beckett’ (ingresso gratuito). E’ il caso di dirlo: ecco quando il teatro si fa autocoscienza.

Finale di partita

di Samuel Beckett

Con

Glauco Mauri | Roberto Sturno

e con Elisa Di Eusanio |Mauro Mandolini

scene e costumi Marta Crisolini Malatesta

musiche Giacomo Vezzani

Regia Andrea Baracco

Produzione Compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno

Prima nazionale

Roma Teatro Eliseo 26 settembre 2017

Durata: 1 ora e 20 minuti (atto unico)

Martedì 10 ottobre alle ore 18.00, prima della replica serale, Glauco Mauri e Giuseppe Di Giacomo incontreranno il pubblico sul tema ‘Introduzione a Beckett’ (ingresso gratuito).

TEATRO ELISEO

Da martedì 26 settembre a domenica 15 ottobre 2017

Orario spettacoli

martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00

Primo sabato di programmazione doppio spettacolo ore 16.00 e ore 20.00

mercoledì e domenica ore 17.00

Biglietteria tel. 06.83510216 

Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sab 10.00 – 19.00, dom 10 – 17

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Call center Vivaticket: 892234

Prezzi da 20 € a 40 €

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