Otello: al Globe rivive il dramma della gelosia

«Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta». È un crogiolo di sentimenti e passioni estreme “Otello”, tragedia scritta da Shakespeare nel 1604, descrivendo i moti dell’animo umano e le sue estreme conseguenze con lucidità e modernità ante litteram.

Otello è un moro, a servizio della Repubblica Veneta e al comando della flotta distintosi per le sue gesta in battaglia contro i turchi e con la stessa destrezza e con parole affabulatorie seduce il cuore di Desdemona, giovane figlia di un nobile veneziano sposandola in gran segreto. Una forte passione unisce la coppia, invidiata dai più e incomprensibile a molti, per la differente etnia, età e usi e costumi tra i due sposi. Un elemento che sembrerebbe non turbare la coppia, che insieme si trasferisce a Cipro durante il periodo di assedio turco. Tra gli oppositori della coppia, il più acerrimo nemico è Iago, alfiere che per bramosia di potere e invidia alimenta dubbi gelosie e sospetti in Otello, convincendolo dell’infedeltà della giovane moglie, che lo avrebbe a suo avviso, tradito con Cassio, il prestante luogotenente.

Una trama ordita nei minimi dettagli, per sobillare la mente del generale Otello, più avvezzo al comando che a romanticherie, facile vittima dell’insicurezza per l’evidente differenza di età e fascino rispetto al giovanotto veneziano. Un terremoto interiore sconvolge l’animo fragile del generale, che travolto dal dubbio, dalle manipolazioni di Iago, uccide la sua amata Desdemona, che per lui aveva rinunciato a tutto.

Tale sarà il rimorso, da far sì che Otello si uccida a sua volta, svelate le macchinazioni di Iago, che sarà fatto prigioniero e giustiziato per le sue malefatte, mentre Cassio diventerà governatore della Repubblica di Venezia.

Spiega Gianluigi Fogacci, straordinario interprete dell’alfiere: «Iago ha la voluttà del male, rappresenta la ricerca del male, un’antimateria che attira a sé le altre creature luminose, uno specchio deformante che tira fuori il peggio dalle persone. È un personaggio metafisico, la parte oscura di ognuno di noi, citando un saggio di Jerry McGill: “La grande forza di Iago è che lui riesce a capire i pensieri degli altri ma nessuno riesce a capire i suoi” ». 

Tra i temi presenti anche nell’originale shakespeariano anche quello della diversità: Otello è un moro, un nero distintosi per le sue gesta, acclamato ma non amato dai veneziani, che in parte lo temono, attribuendogli la pratica delle arti magiche. Un diverso dapprima elogiato, poi invidiato per le sue tante conquiste femminili sino alle nozze con Desdemona, ma interiormente solo e ancora legato alle sue tradizioni tribali come testimonia la reazione cruenta nei confronti del presunto tradimento della moglie. Ed è questa dualità che il regista Marco Carniti svela al pubblico, sottesa nel testo del Bardo, contrapponendo all’immagine di Otello eroe e abile oratore, quella del guerriero barbaro e sanguinario con il volto dipinto di bianco nell’atto di uccidere sua moglie. E Iago, per il regista, non è altro “che il lato oscuro e autodistruttivo che si cela in ognuno di noi, per rivelarsi nei momenti critici”.

Dal punto di vista artistico, eccellenti sono le scene, che con pochi elementi trasmettono l’appartenenza del luogo. Bravi e competenti anche gli attori che per quasi 180 minuti incantano il pubblico, trasmettendo il patos e lo sgomento che la tragedia ispira. Tra tutti spicca Gialuigi Fogacci, già noto per le sue performance al Globe, nei panni di Iago, il vero protagonista della tragedia, che coinvolge il pubblico con battute ironiche e affascina con la sua genialità patologica. Di impatto anche il ruolo del coro, che tra canti e balli enfatizza il senso del tragico.

Una tragedia contemporanea, che nell’uccisione di Desdemona per mano del marito rivela le debolezze della natura umana e l’orrore del femminicidio, che ancora oggi popola le pagine di cronaca e gli effetti della bramosia di potere, contagiando e uccidendo ogni sentimento, riflettendo anche sul tema della diversità e dell’integrazione: oggi come allora una chimera.

Sino al 5 agosto Al Silvano Toti Globe Theatre

Otello

regia e adattamento di Marco Carniti

prodotto da Politeama srl

Con Maria Chiara Centorami, Antonella Civale, Nicola D’Eramo, Maurizio Donandoni, Diego Facciotti, Gianluigi Fogacci, Sebastian Gimelli, Massimo Nicolini, Gigi Palla, Carlotta Proietti, Tommaso Ramenghi.

Scene Fabiana Di Marco; costumi Maria Filippi, direzione tecnica Stefano Cianfichi; disegno luci Umile Varnieri; disegno audio Franco Patimo

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