Teatro Quirino. “Il fu Mattia Pascal”: un successo di Luigi Pirandello. Recensione

ROMA – Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904, è uno dei libri di maggior successo di Luigi Pirandello. 

Storia senza tempo che, come tale, palpita di problematiche interiori. Racconta di Mattia Pascal che vive in un paese immaginario. Quando entra in possesso dell’eredità del padre, Mattia decide di farla amministrare a certo Batta Malagna che si rivela un disonesto. Le cose peggiorano nel momento in cui Mattia Pascal mette incinta la nipote dell’amministratore Malagna ed è obbligato a un matrimonio riparatore. Senza soldi a causa della cattiva gestione dell’eredità paterna, è costretto a lavorare presso una biblioteca e a vivere in casa dei suoceri, dove conduce un’esistenza d’inferno. Partito per tentare la fortuna con il gioco d’azzardo e vinta una somma ingente, nel viaggio di ritorno legge su un giornale che al suo paese è stato ritrovato un corpo in decomposizione il quale, incredibilmente, è stato identificato come il suo. Poiché tutti lo credono morto, è l’occasione d’oro per fuggire da una vita di frustrazioni ….

Il sipario del teatro Quirino si apre su una scenografica biblioteca, dove Mattia è intento a riflettere e prendere appunti sui suoi trascorsi. Mentre lo fa riemergono, come ombre del passato, i protagonisti dell’esistenza precedente. I moduli delle librerie scorrono, ruotano, si aprono e chiudono facendo da sfondo ad ambienti e situazioni. Pian piano i personaggi si disegnano, prendono vita, nel corso della riduzione teatrale il tempo passa dai flashback al presente. Gli eventi rispecchiano l’indagine tipica di Pirandello sulla complessità del reale interiore, i chiaroscuri di ciascuno, dove il tradito è anche traditore, la vittima è anche carnefice. Le identità diverse di Mattia Pascal, prima e dopo la sua scomparsa sociale, le meditazioni sull’esserci e sul non esserci, riflettono i modi di porci nei confronti degli altri, di fronte alla morte, echeggiano da lontano le problematiche di “Uno, nessuno, centomila”. Un’ironia sottile, il senso dell’assurdo, percorre il dramma.  E il pubblico, a tratti, ride. 

Attorniato da un cast di bravi professionisti, Daniele Pecci nei panni del protagonista è convincente. La regia riesce a trasmettere i conflitti di esseri umani che non riescono a trovare nella vita e nella società un posto definito. Quando il caso offre a Mattia Pascal il modo di risolvere i suoi problemi, dovrà accorgersi, infatti, che la soluzione scelta non lo pone in un equilibrio praticabile.

Teatro Quirino di Roma

Fino al 18 novembre

Arca Azzurra Teatro   La Contrada Teatro Stabile di Trieste   ABC Produzioni

DANIELE PECCI
con
ROSARIO COPPOLINO e con MARIA ROSARIA CARLI

IL FU MATTIA PASCAL

di Luigi Pirandello

adattamento di Daniele Pecci

e con

Giovanni Maria Briganti  Adriano Giraldi  Diana Höbel

Marzia Postogna  Vincenzo Volo

scene Salvo Manciagli

costumi Françoise Raybaud

musiche Massimiliano Pace

regia GUGLIELMO FERRO

personaggi e interpreti

Mattia Pascal Daniele Pecci

Don Eligio / Anselmo Paleari Rosario Coppolino

Batta Malagna / Pantegada Adriano Giraldi

La vedova Pescatore / la signorina Caporale Diana Höbel

Romilda Pescatore / Adriana Paleari Marzia Postogna

Pomino / giovinetto al casinò Giovanni Maria Briganti

Terenzio Scipione Vincenzo Volo

Pepita / La donna del casinò Maria Rosaria Carli

Lo spettacolo ha una durata di 2 ore incluso intervallo

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