Teatro De’ Servi. “Oliver Twisted”: splendente dickensiana freschezza ‘de noantri’

ROMA – Al Teatro de’Servi La compagnia del Teatro dell’orologio, all’interno della stagione dei “Fuoriclasse”, dal 17 al 19 dicembre, ha portato in scena con successo Oliver Twisted. La pièce era già stata rappresentata dalla compagnia in modalità itinerante, per le strade di alcuni quartieri o nella Metro C di Roma.

L’adattamento di Leonardo Ferrari Carissimi e Fabio Morgan ci restituisce il sapore classico del romanzo dickensiano, innovandolo al tempo stesso. Le avventure del povero orfano Oliver Twist sono le medesime, ma raccontate e interpretate con una freschezza inedita.

Il sipario si alza e gli spettatori vedono del fumo, mentre sul palco appaiono Oliver (Simone Musitano) e altri ragazzini, suoi compagni di prigionia. Una voce narrante, che diviene poi una figura in carne ed ossa, discosta dagli altri attori, racconta brevemente gli avvenimenti che hanno condotto il povero Oliver esattamente dov’è: in orfanotrofio. La donna, abbigliata in uno stile anni venti, sia lettrice che attrice della storia di Oliver, lascia la scena agli orfani che, come nel romanzo, sono impegnati a fare la conta per decidere chi dovrà chiedere una razione di cibo in più. Tocca a Oliver l’arduo compito di supplicare per un tozzo di pane. L’accento partenopeo del ragazzo implorante e il tono farsesco che Fraulein Mann, sbeffeggiandolo, usa nei suoi confronti, fa già sorridere il pubblico.

Persino mentre la donna, per liberarsene, lo cede a due venditori di bare, il tutto appare poco tragico, probabilmente anche grazie al marcato accento siciliano della coppia. Un meccanismo che si ripete spesso: ogni personaggio ha infatti un accento regionale che lo contraddistingue. Questo aiuta sia la riuscita comica delle battute, scatenando spesso le risate del pubblico, sia una migliore caratterizzazione dei personaggi. Un esempio è la rappresentazione di Faggin (Matteo Cirillo), reso come il classico tipo del romano sornione, sempre in voga nella commedia italiana. Una caratterizzazione che si adatta benissimo al personaggio originale, sempre attivo negli intrallazzi di un sottoproletariato inglese che vive di espedienti.

Elementi di metateatro – come l’atteggiamento disinvolto di Faggin che, entrando in scena, offre dei bruscolini a una signora in platea – sono utilizzati per rompere la finzione scenica e provocare l’ilarità del pubblico. Gli inseguimenti e in generale le scene più dinamiche, si svolgono in sala, costringendo spesso e volentieri a voltarsi per scoprire cosa stia combinando questo o quel personaggio. Un esempio ne sono anche i dialoghi tra il personaggio di Nancy, una prostituta dal cuore d’oro nel romanzo di Dickens – e con spassose velleità d’attrice in questa trasposizione – e un improbabile Faggin nei panni del regista stereotipato, con tanto di sciarpa, occhialetti e megafono. Meraviglioso il momento in cui lo vediamo sfogliare l’iconica rivista Sipario.

Divertente è anche un uso appropriato di ‘tormentoni’ ripetuti – ad esempio il “Ma sei un grande, daje” di Faggin. Anche le scene più drammatiche, come quella in cui Nancy grida contro Faggin e Bill  (il suo aggressivo fidanzato dal forte accento bolognese), sono rese comiche. E qui la menzione d’onore va alla regia: il fumo rosso che inonda Nancy mentre accusa i due criminali di avere le mani macchiate del sangue di Oliver, rende ancor più evidente l’eccessivo pathos della recitazione. In conclusione, un eccellente adattamento, in cui il dissacrante umorismo nero del romanzo è mantenuto, ma allo stesso tempo, pur nella commedia, non viene tradita la natura di romanzo sociale e di formazione del vecchio – sempre attuale – Oliver Twist.

Adattamento di Leonardo Ferrari Carissimi e Fabio Morgan

Regia di L. F. Carissimi

Interpreti: Annachiara Benedetto, Matteo Cirillo, Susanna Laurenti, Simone Musitano, Benedetta Russo, Enrico Torzillo, Riccardo Viola e Pietro Maria Virdis.

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