Teatro. “Clara Schumann” di Valeria Moretti approda a Parigi

PARIGI – Lo spettacolo dedicato a Clara Schumann, la famosa concertista moglie di Robert, scritto da Valeria Moretti, dopo essere stato messo in scena in Italia da Giuliana Lojodice con debutto al Festival di Ravello e in Croazia da Ksenja Prohaska, approda a Parigi al Théâtre de l’Ile Saint – Louis Paul Rey sabato 9 marzo alle ore 18,30 per l’interpretazione dell’attrice francese Christiane Mériel, che ne ha estratto brani salienti calandoli in un’atmosfera intimista e rarefatta. 

Di Clara Josephine Wieck ricorre il secondo centenario della nascita. La musicista, infatti, è venuta alla luce il 13 settembre 1819 a Lipsia. “Sotto la guida severa del padre Friedrich, a nove anni debutta come pianista al Gewandhaus e presto – racconta Valeria Moretti – si esibisce nei maggiori centri europei. Il 12 settembre 1840, vincendo l’opposizione paterna, sposa Robert Schumann che aveva conosciuto quando era ancora bambina. Anche Robert, infatti, era allievo di suo padre. Schumann dovette, però, abbandonare la carriera di pianista a causa d’imprudenti metodi di esercitazione destinati a permettere alle sue dita più ampie articolazioni che gli procurarono, al contrario, una parziale rigidità a una mano. 

Gli otto figli che Clara dà alla luce nel corso di un matrimonio felice non le impediscono di dedicarsi alla musica come compositrice né la costringono a rinunciare alle sue tournées concertistiche, attraverso le quali diffonde in tutta Europa non solo la musica di Robert ma anche quella dei maggiori musicisti sia del passato sia suoi contemporanei: da Bach a Beethoven, da Mendelssohn a Chopin, da Liszt a Brahms. A quest’ultimo Clara resterà legata per sempre da profonda amicizia. Quando Johannes, ventenne, irrompe in casa Schumann e Robert ne riconosce immediatamente il talento, Clara ha 35 anni. “Mi piace – annota nel suo diario – vedere il viso raggiante di Brahms”. Robert, che soffriva da tempo di disturbi nervosi, il 27 febbraio 1854 compie un drammatico tentativo di suicidio gettandosi nel Reno. Salvato, viene internato nel manicomio di Endenich. Qui trascorre gli ultimi due anni della sua vita in uno stato di dolorosa ottenebrazione mentale.

Nei quarant’anni in cui sopravvive al marito – conclude Valeria Moretti – Clara continua con successo l’attività concertistica conquistandosi un posto tra i migliori pianisti del suo tempo. Anni di vagabondaggio, anni erranti sia col vento in poppa sia con i venti contrari. Clara è instancabile e richiestissima. Nel 1877 avvia, come curatrice, il fondamentale lavoro di pubblicazione dell’opera completa di Robert Schumann e, tra il 1878 e il 1892, insegna al Conservatorio di Francoforte sul Meno. Si spegne il 20 maggio 1896 a Francoforte dove, cinque anni prima, aveva tenuto il suo ultimo concerto. Alla cerimonia funebre Brahms non giunge in tempo per aver preso un treno sbagliato”.

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