“Il ritratto negato”, l’ultimo Wajda racconta la vita di un pittore

Il pittore Władysław Strzemiński fu l’artista di maggiore fama internazionale nella Polonia tra le due guerre. Amico e studente di Malevič, Chagall e Rodčenko, è stato co-autore della teoria dell’Unismo.

Insegnava all’Accademia di Belle Arti di Łódź, città in cui fondò il Museo d’arte Moderna che ospita una delle più vaste collezioni al mondo. Eccellente professore, fu molto amato dai suoi studenti che lo identificarono quale “messia della pittura moderna”. Contrariamente agli artisti subordinati alle dottrine del realismo socialista, osservanti le direttive del Partito, Strzemiński non accettò compromessi nella sua arte. 

“Il ritratto negato” di Andrzej Wajda illustra gli anni della vita del pittore che vanno dal 1949 al 1952, il periodo più radicale della sovietizzazione della Polonia, durante il quale il realismo socialista divenne forma obbligatoria di ogni espressione creativa. Il film è il ritratto di un uomo incorruttibile, convinto del suo credo, dedito a un’arte non facilmente compresa. Un pittore che, per talento e carattere, pagò cara la sua indipendenza.

Nel 2016, mentre Andrzej Wajda girava “Il ritratto negato”, suo sessantacinquesimo lungometraggio, aveva novant’anni e il film è anche il suo lascito testamentario. Il regista era nato nel 1926 a Suwałki, in Polonia e dopo la guerra aveva lui stesso studiato pittura all’accademia delle Belle Arti di Cracovia, prima di entrare nella Scuola di Cinematografia di Łódź. Wajda ci offre una biografia commovente, rigorosa, asciutta e di avvincente narrazione, indagando il senso dell’arte e l’anelito del vero artista verso la libertà.

  • Titolo originale: Powidoki
  • Regia Andrzej Wajda
  • Nazione: Polonia
  • Distribuzione: Movies Inspired
  • Durata: 98 min
  • Data uscita in Italia 11 luoglio 2019 
  • Genere: Biografico 

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