Teatro Ghione. “Il Mercante di Venezia”con il grande Mariano Rigillo. Recensione.

ROMA – Fino a domenica 17 novembre, va in scena al Teatro Ghione Il Mercante di Venezia, controversa commedia di William Shakespeare.

La regia è di Giancarlo Marinelli, che diresse Giorgio Albertazzi nel ruolo di Shylock, ora interpretato dal grande attore Mariano Rigillo. Nel ruolo di Porzia, comprimaria, c’è Romina Mondello. “Nell’antico concerto che dice la rassegnata disperazione per la morte di un uomo, e forse d’una città, e forse anche di tutto ciò che è già vissuto abbastanza”. Le ultime parole di Anonimo Veneziano di Giuseppe Berto – che contengono in nuce alcune delle tematiche affrontate nello spettacolo – aprono il Mercante di Marinelli.

Un ponte in pietra chiara, la tenue luce celeste e il suono lieve dell’acqua che scorre trasportano la platea nell’atmosfera di Venezia. Nella Serenissima il gentiluomo Bassanio (Francesco Maccarinelli) per corteggiare degnamente Porzia, signora di Belmonte, chiede tremila ducati ad Antonio (Ruben Rigillo) che, pur avendo investito tutto il denaro nel commercio marittimo, decide di garantire per l’amico presso l’usuraio ebreo Shylock. Egli, che disprezza i cristiani quanto loro disprezzano lui – in particolare, Antonio l’ha spesso insultato pubblicamente – concede il prestito, ma esige una penale. In caso di mancato pagamento, una clausola stabilisce dunque che Antonio, in luogo del danaro, pagherà il debito con una libbra della sua carne. Il mercante accetta, convinto di poter saldare la somma entro tre mesi. A Belmonte, Porzia, secondo la volontà del defunto padre, deve sposare il pretendente che riuscirà a indovinare dov’è nascosto il suo ritratto, scegliendo uno dei tre scrigni – oro, argento e bronzo. Bassanio riesce nell’impresa e ottiene la mano di Porzia, già innamorata di lui. L’amico Graziano (Simone Ciampi) sposa invece la sua ancella, Nerissa (Giulia Pellicciari). 

Ben orchestrata la scena in cui tre matrimoni vengono celebrati insieme, senza bisogno di parole, in una danza corale degli sposi. La terza unione è quella tra Jessica (Francesca Valtorta) e Lorenzo (Mauro Racanati), amico di Bassanio e Antonio. Jessica, figlia di Shylock, è fuggita dalla casa paterna con l’aiuto del servitore Lancillotto, personaggio comico reso ancora più spassoso dal forte accento veneto nell’interpretazione di Cristina Chinaglia. I festeggiamenti sulla scena vengono interrotti dalla notizia che Antonio ha perduto tutto il patrimonio in mare. Shylock esige la penale.

Nei panni del ricco ebreo, Rigillo è perfetto quando alterna momenti di giubilo per la rovina di Antonio ad altri di sconforto, per il matrimonio di Jessica con un cristiano e per le continue umiliazioni. Non avevo mai avuto il privilegio di vedere Mariano Rigillo a teatro, perché di privilegio si tratta. Non è certo necessario che sia io a ripercorrere sessant’anni di carriera o a tesserne le lodi. Ero certa, trovandomi davanti a un mostro sacro della storia del teatro italiano, che avrei assistito a una performance eccelsa. Non mi aspettavo di rimanere estasiata. Sin dalla sua entrata, l’attenzione della platea era tutta per Rigillo. Che sia seduto in silenzio, o in movimento sul palco, la sua presenza scenica è potente. Oltre ai toni e all’espressività, colpisce la naturalezza del gesto. Gesti semplici, concreti: puntare un dito, appoggiarsi stancamente al bastone o sollevarlo in aria inveendo, infilare con naturalezza la mano nella tasca della veste, togliersi il copricapo e stringerlo tra le mani. Gesti misurati quanto imprescindibili per accompagnare lo sguardo e le parole. Tutti elementi calibrati alla perfezione, che insieme producono un’interpretazione magistrale.

Insieme a lui, tanti attori di talento, a partire dalla comprimaria Romina Mondello. In particolare, Mondello dimostra la sua bravura nella scena in cui Porzia, facendosi passare per il giovane giudice Baldassarre, affronta Shylock in tribunale, sciogliendo la vicenda a favore di Antonio.La scenografia di Fabiana di Marco e le luci cangianti di Giancluca Ciccolini rendono ancor più credibile la scena, come pure i costumi di Daniele Gelsi ben rifiniti e curati nel dettaglio. Il copricapo rosso di Shylock, ad esempio, è un particolare che aumenta l’accuratezza. Nel XVI secolo, a Venezia, gli ebrei erano infatti tenuti a indossare un copricapo rosso in ogni situazione, per essere identificabili.

Nei secoli la critica ha dato diverse letture su quest’opera e in particolare sul personaggio di Shylock. I temi della diversità religiosa e dell’antisemitismo sono trattati in maniera controversa, e l’adattamento di Giancarlo Marinelli mette opportunamente in luce tutte le contraddizioni, che rendono questa commedia “nera” di Shakespeare un capolavoro immortale.

IL MERCANTE DI VENEZIA

di William Shakespeare

con:

Mariano Rigillo, Romina Mondello, Ruben Rigillo, Cristina Chinaglia, Francesco Maccarinelli,Francesca Valtorta, Antonio Rampino, Mauro Racanati, Simone Ciampi, Giulia Pelliciari

scritto e diretto da Giancarlo Marinelli

Scene: Fabiana di Marco

Costumi: Daniele Gelsi

Luci: Gianluca Ciccolini

Orario spettacoli ore 21,00

Domenica ore 17,00

biglietti a partire da 23 euro

Teatro Ghione, via delle Fornaci,37,Roma

Info: 06 6372294

www.teatroghione.it

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