Amadeus: Padre e figlio in scena riproducono l’antica rivalità tra Salieri e Mozart

È l’invidia, nella sua manifestazione più feroce, ad andare in scena al Teatro Quirino di Roma con “Amadeus” di Peter Shaffer, per la regia del talentuoso russo Andrei Konchalovsky.

Interpreti di questa antica e nota rivalità tra Salieri e Mozart, rispettivamente padre e figlio: Geppy e Lorenzo Gleijeses. In verità, rivali solo sul palco, alleati ancor più uniti dalla passione per la recitazione, denominatore comune di due talenti distinti: l’uno più classico, l’altro più eclettico, in assonanza con i loro personaggi.

Ed è appunto una gelosia incontrollata ad animare Salieri, uomo morigerato e musicista di corte a Vienna presso l’imperatore, non appena apprende dell’arrivo a Vienna di questo ex bambino prodigio. Stupefatto dalla sua abilità di composizione con “partiture senza nemmeno una correzione” e dall’orecchio capace di riprodurre una melodia originale pur senza spartito. Ed è allora che Salieri inizia la sua personale crociata contro Amadeus Mozart e il suo inserimento a corte, facendo di tutto per emarginarlo, ridurlo in povertà e preda di allucinazioni. In realtà, è contro Dio che Salieri si accanisce, per lui reo di aver offerto un talento straordinario a un “uomo strambo e di dubbia moralità”, invece che a lui musicista retto e privo di qualsiasi vizio. Al contrario Mozart, ancora ingenuo e spontaneo – incarnato alla perfezione dal talento prorompente di Lorenzo Gleijeses – propendeva per il suo maestro Salieri, fidandosi dei suoi consigli, all’oscuro delle trame per indurlo alla morte. Una storia raccontata in prima persona da un Antonio Salieri ormai vecchio e disilluso, con un epilogo degno di un uomo ordinario. “Mediocri di tutto il mondo – ora e sempre- vi assolvo tutti. Amen” pronuncerà alla fine dei suoi giorni.

Dal punto di vista tecnico, egregio è il lavoro dello scenografo Roberto Crea nel riprodurre un’ambientazione sontuosa, degna riproduzione della corte viennese, come appare nell’omonimo film, riadattata ad hoc per ogni location. Bravo anche Matteo D’amico per gli arrangiamenti musicali, tra i quali anche le celebri “Nozze di Figaro” e l’introduttiva marcia trionfale. Un cast artistico d’eccezione su cui spicca la performance di Lorenzo Gleijeses che sapientemente riesce a dare vita a un personaggio complesso: tanto geniale quanto ingenuo, saccente quanto fragile. 

«Un lavoro difficile e stratificato, davvero molto faticoso” spiega Lorenzo Gleijeses. Un ruolo complesso ma che all’occhio del pubblico colpisce per la naturalezza in cui l’attore, impegnato anche al cinema con “Il primo re” e su Netflix per la serie “Baby 2” si cala nel personaggio, come fosse sempre stato Mozart.

Una commedia da applausi; particolarmente efficace è il climax nella seconda parte: dall’ascesa alla caduta del giovane Amadeus, vittima inerme dell’invidia e della sua bonarietà, con il passaggio da un registro ironico a drammatico, senza nessuna caduta di stile. Una fine indegna che per nulla gioverà alla reputazione di Salieri, ma che renderà ancora più imperitura la fama di Mozart, che sopravvive ancora oggi, tra i più noti compositori mai esistiti. 

Fino al 1 dicembre al Teatro Quirino

Amadeus

di Peter Shaffer

di Masolino D’Amico

regia Andrei Konchalovski

con Geppy Gleijeses e Lorenzo Gleijeses

 Giulio Farnese Gianluca Ferrato

Roberta Lucca Giuseppe Bisogno

Anita Pititto Elisabetta Mirra Agostino Pannone

Brunella De Feudis Dario Vandelli

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