Valeria Moretti, un viaggio da Emily Dickinson ad Artemisia Gentileschi

“Emily Dickinson  – Vertigine in altezza” un omaggio alla enigmatica poetessa inglese dell’800 è stato recentemente messo in scena al Teatro Niccolini di Firenze. Il testo di Valeria Moretti è interpretato da Daniela Poggi per la regia di Emanuele Gamba. 

Non è la prima volta che Valeria Moretti si interessa alle poetesse, ha infatti scritto il testo “Marina e l’altro” nell’interpretazione di Pamela Villoresi e Bruno Armando sulla russa Marina Cvetaeva allora – era il 1991 – sconosciuta al pubblico italiano e oggi al centro di grande interesse. Più che la complicità tra donna e donna, Valeria Moretti instaura con i suoi personaggi un rapporto di metamorfica compenetrazione come ha sottolineato il critico Guido Davico Bonino.

Non solo sulle scrittrici si è centrata l’attenzione di Valeria Moretti ma anche sulle pittrici come Artemisia Gentileschi interpretata recentemente da Sandra Collodel al Teatro Flaiano di Roma e Frida Kahlo portata alla ribalta da Francesca Bianco al Teatro Belli per la regia di Carlo Emilio Lerici con il titolo “Viva la vida”, che riprende una frase scritta da Frida in uno dei suoi quadri e testamento morale della sua esistenza segnata dal dolore ma anche dalla sua grande capacità di affrontarlo.

Se un processo per stupro è al centro della giovinezza di Artemisia Gentileschi che in seguito dipingerà un quadro che ha per soggetto Giuditta nell’atto di scannare Oloferne, tela considerata tra le più violente della storia dell’arte, quella di Elisabetta Sirani è, invece, segnata da una morte precoce: un sospetto avvelenamento. Più rosea l’esistenza di Rosalba Carriera, che ricevette anche l’omaggio di Van Dick ed era circondata nel suo atelier dall’affetto di sorelle e allieve. In vecchiaia si ritrasse con una corona d’alloro, orgogliosa della propria bravura. 

E’ alla Conciergerie di Parigi, simbolo del potere regale ma divenuta luogo di detenzione durante la Rivoluzione, che fu imprigionata Maria Antonietta. Ed è proprio qui che è in corso  una mostra a lei dedicata. Pittrice prediletta della sovrana era Elisabeth Vigée Le Brun. Valeria Moretti nel suo recupero delle artiste del passato si è interessata proprio dell’artista francese sia nel libro “Le più belle del reale” (1983) che nel testo teatrale “Una tavolozza rosso sangue” (1995). Quest’ultimo racchiude tre cammei di pittrici: uno dedicato espressamente alla Vigée Le Brun e gli altri due alla caravaggesca Artemisia Gentileschi e alla messicana Frida Kahlo. Nel testo ideato da Valeria Moretti si immagina un momento di posa della regina che sarà presto ghigliottinata. La pittrice, invece, non solo riesce a sfuggire al patibolo ma, essere stata la ritrattista di Maria Antonietta, le procura successo e denaro. Fioccano, infatti, le ordinazioni da parte di molti nobili onorati di poter essere anch’essi raffigurati dal pennello che aveva immortalato la regina.

Nel libro “Le più belle del reale” l’autrice ha ridato vita alle pittrici del ‘500 e del ‘600, le pioniere dell’arte figurativa: Fede Galizia, Sofonisba Anguissola, Elisabetta Sirani, Artemisia Gentileschi, Rosalba Carriera, Giulia Lama,  Marietta Robusti  figlia di Tintoretto e soprannominata, perciò, Tintoretta. Tra  queste artiste  del passato la più nota è Artemisia Gentileschi – oggi i suoi quadri vengono battuti nelle aste di tutto il mondo a prezzi da capogiro –  protagonista del testo teatrale recentemente riproposto da Sandra  Collodel. 

A Elisabetta Sirani, bolognese, Valeria Moretti ha dedicato un libro: “Il pennello lacrimato” (1990) titolo ripreso dall’orazione funebre dedicata alla pittrice morta giovanissima. Si sospettò di avvelenamento, ma in realtà fu, forse, un ulcera perforante. Il padre pittore, la esibiva ed ella era costretta a dipingere di fronte a un pubblico di potenziali acquirenti ma soprattutto di curiosi i quali non credevano che potesse essere lei, una donna, l’autrice dei quadri. Artemisia Gentileschi, invece, si dipinse “in veste di Pittura” orgogliosa e fiera della propria arte. Oggetto di attenzione di Valeria Moretti anche una musicista, Clara Wieck, moglie di Robert Schumann, presentata al Festival di Ravello (2009) nell’interpretazione di Giuliana Lojodice e ora riproposta in Croazia da Ksenia Prohaska. 

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