Rai Fiction. “La guerra è finita”, ispirata a una vicenda vera della Shoah, fa riflettere sull’oggi

“La guerra è finita”, scritta da Sandro Petraglia è ispirata alla vicenda reale dei circa 800 piccoli ebrei che tra il 1945 e il 1948 furono ospitati a Selvino, sulle prealpi bergamasche della Val Seriana, descrive il drammatico ritorno a una vita normale di un gruppo di orfani sotto la guida di alcune persone di buona volontà.

In onda dal 13 gennaio per quattro prime serate su Rai1, “La guerra è finita” è una miniserie dedicata al giorno della memoria, prodotta da Palomar e Rai Fiction, che vede nel cast Isabella Ragonese, Michele Riondino, Valerio Binasco, Carmine Bruschini, Andrea Bosca, con la regia di Michele Soavi.

Racconta di un gruppo di bambini sopravvissuti ai campi di sterminio i quali, rientrati in Italia dopo la guerra, non trovano più casa, né genitori, nessuno che cerchi di loro. Così sono ospitati da alcuni volontari in quello che oggi chiameremmo “centro di accoglienza”. Attraverso il racconto della vita di questa comunità, lo spettatore ripercorre la drammatica esperienza dei campi di sterminio. Nei fatti i giovani protagonisti, inducono a un’istintiva associazione con i piccoli profughi odierni che, quando sopravvivono, arrivano sulle nostre coste: orfani come loro, come loro segnati da un passato tragico. 

In giorni in cui una di quegli ex bambini, Liliana Segre, deve essere protetta con una scorta, Isabella Ragonese – protagonista nei panni di una psicologa – afferma: “Mi atterrisce l’idea che si sia arrivati a questo punto, nello stesso tempo non smetto di pensare che ci sia anche un altro tipo di Italia”. Per Michele Riondino – nel ruolo di un ingegnere ebreo che, a sua volta, ha perso moglie e figlio – questa fiction è utile a contrastare gli attuali rigurgiti antisemiti e precisa: “Il fascismo non può mai essere un’opinione, come adesso lo si vorrebbe far passare. L’antifascismo deve mantenere alta l’attenzione, viva la memoria, usare le armi giuste per contrastare la barbarie”.

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