Sala Umberto. “Le allegre comari di Windsor”, sicuramente consigliato. Recensione

ROMA – “Le allegre comari di Windsor”, meravigliosa commedia di Shakespeare, va in scena fino al 16 febbraio al Teatro Sala Umberto.

“Se vi è piaciuto lo spettacolo, potete consigliarlo agli amici. Se invece non l’avete gradito, potete raccomandarlo ai vostri nemici”, hanno scherzosamente concluso le attrici, dopo aver ricevuto i meritati applausi. Personalmente, lo consiglio agli amici. 

L’ottimo adattamento di Edoardo Erba, combinato all’efficace regia di Serena Senigallia, rende possibile l’audace operazione di una messa in scena tagliata e montata, con innesti di arie tratte dal Fastalff di Verdi, interpretate dal vivo. Sul fondo della scena un enorme merletto fatto di centrini cuciti insieme, ad immettere il pubblico nell’atmosfera di una casa di donne, dove “quando il marito non c’è non è padrone di niente”, come avrà occasione di affermare Comare Page. La scena è fatta di colori tenui e gli oggetti presenti – scorgiamo la teiera, il vassoio e le tazzine, ma anche un ventilatore – potrebbero appartenere a qualsiasi epoca. Tuttavia, sia l’atmosfera sia la foggia degli abiti sembrano richiamare gli anni Venti, ma la grossa differenza con l’opera shakespeariana sta nel minor numero di personaggi in scena. 

Il primo ad entrare è un fisarmonicista, interpretato da Giulia Bertasi, che suona le note di Verdi. Lo segue la sua amata, Anne (Mila Boeri), accompagnata dalla madre, Comare Page (Annagaia Marchioro) e dalla sua serva ciarliera, Quickly (Chiara Stoppa). Il pubblico scopre subito che Comare Page ha ricevuto una lettera d’amore. Ha fatto appena in tempo a riporla, incerta sul da farsi, quando entra in scena Comare Ford (Virginia Zini), invitata per il tè. È proprio in questa occasione che le due comari scoprono di aver ricevuto una lettera identica, dalla stessa persona: il cavaliere Falstaff. Da qui prende le mosse la vicenda che vede protagoniste le due comari, desiderose di vendetta ma, soprattutto, di un diversivo che vivacizzi le loro monotone esistenze.

Gli uomini, mai in scena fisicamente, sono però raccontati dalle parole delle donne. Il Cavalier Falstaff è al centro dei piani di vendetta e, pertanto, sempre presente nei loro discorsi. La bravura comica e l’affiatamento delle attrici, che fanno largo uso anche della mimica del corpo, sono evidenti nelle spassose caricature dei loro mariti, che dunque,  sebbene assenti, vengono portati in scena. Non mi sento, in coscienza, di rivelare oltre, perché pur partendo dalle stesse premesse della commedia shakespeariana, il finale è inaspettato. Lo spettacolo mantiene lo spirito di Shakespeare, dalla messa in scena di gesti osceni, tipici delle sue commedie, all’ipocrisia con cui le comari si relazionano l’un l’altra. La “morale” che ci viene fornita da questa versione inedita dell’opera è che la vita va vissuta, anziché sprecata ad esser bigotti per paura del giudizio altrui.

FONDAZIONE TEATRO DI NAPOLI – TEATRO BELLINI E ATIR TEATRO RINGHIERA PRESENTANO MILA BOERI, ANNAGAIA MARCHIORO, CHIARA STOPPA, VIRGINIA ZINI

“LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR”

DI WILLIAM SHAKESPEARE

ADATTAMENTO EDOARDO ERBA

ALLA FISARMONICA GIULIA BERTASI

SCENE FEDERICA PELLATI

COSTUMI KATARINA VUKCEVIC

LUCI GIULIANO ALMERIGHI

CONSULENTE MUSICALE FEDERICA FALASCONI

ASSISTENTE ALLA REGIA GIADA ULIVI

REGIA

SERENA SINIGAGLIA

Fino al 16 FEBBRAIO 2020

SALA UMBERTO

Via della Mercede, 50 Roma

www.salaumberto.com tel.06.6794753 [email protected]

Dal martedì al venerdì ore 21, sabato ore 17 e ore 21, domenica ore 17,

Prezzi da 17 a 28 euro

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