Teatro di Roma. Seconda parte di stagione: produzione, recuperi e ospitalità

La scena nazionale

ROMA – La seconda parte di programmazione della Stagione, che si decide di anticipare in questa sede e di cui verranno forniti maggiori dettagli, si compone innanzitutto degli importanti recuperi di spettacoli sospesi a fronte della mancata offerta della Stagione passata.

Non mancano però novità nazionali e internazionali, in un raccordo unico di produzioni e ospitalità che, con continui rimandi e articolazioni, si snoderanno nei diversi spazi del Teatro di Roma amplificando le potenzialità delle sedi principali.

GIORGIO BARBERIO CORSETTI | CARLO CECCHI | LISA NATOLI | MOTUS | MARIO MARTONE |

EMMA DANTE | ROBERTO ANDÒ | LUCIA CALAMARO | BABILONIA TEATRI | SANTORO-TILLI | SILVIO ORLANDO |

ENZO MOSCATO | MASSIMILIANO CIVICA | BIANCOFANGO | CARMELO RIFICI | FABIANA IACOZZILLI

 Al Teatro Argentina, tra le produzioni in programma, il debutto del nuovo progetto d’arte partecipata di Giorgio Barberio Corsetti che, ad aprile, approda con lo spettacolo Amleto, o della gioventù usurpata, un viaggio attraverso l’Amleto di Shakespeare che farà da guida per l’intera Stagione tra il lavoro sul territorio dei laboratori e le conseguenti risonanze nei Teatri in Comune. Tra le coproduzioni riprogrammate ritroviamo a febbraio Carlo Cecchi, funambolo intransigente della scena, con il dittico Dolore sottochiave e Sik-Sik, l’artefice magico, attraverso cui restituisce l’amarezza e il realismo eduardiani in una riflessione sul teatro come metafora della vita; si recupera a marzo Lisa Ferlazzo Natoli e la sua compagnia lacasadargilla con When the Rain Stops Falling, il racconto distopico del drammaturgo australiano Andrew Bovell, spettacolo recentemente premiato da un tris di Ubu.

Al Teatro India si inaugura la seconda fase del progetto Oceano Indiano, che vedrà a maggio il ritorno di Klub Taiga di Industria Indipendente, e in estate il debutto di Camp, ideato da DOM-. Gli artisti residenti saranno inoltre impegnati, non più soltanto singolarmente ma collettivamente, nella creazione e produzione di un lavoro comune e aperto ai cittadini, per confrontarsi assieme sulle spinte con cui il teatro e i suoi spettatori e spettatrici si trovano a convivere in questo momento storico. Sui palchi del teatro si avvicenderà poi un’antologia di sensibilità coese al progetto culturale per temi e formati, portando in scena realtà e contraddizioni dei nostri tempi con l’immediatezza e il racconto dell’esperienza diretta: la nutrita schiera di coproduzioni si dispiega ad aprile con Tutto Brucia (da Le Troiane), per la regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, in un inedito incontro produttivo tra Teatro di Roma e Motus; segue la creazione produttiva che rinnova il legame del Teatro di Roma con Mario Martone, che invita il pubblico ad entrare nel mondo di Goliarda Sapienza con Il filo di mezzogiorno, un corpo a corpo nei ricordi e nel percorso psicanalitico della grande scrittrice rimasta a lungo misconosciuta.

L’estate vedrà poi la maturazione di una coproduzione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, che impegnerà gli allievi e le allieve del Biennio di specializzazione in uno spettacolo destinato ai parchi della periferia romana, con il coinvolgimento del Globe Theatre, proseguendo la collaborazione iniziata con I gentiluomini di Verona per la regia di Andrea Baracco.

La scelta degli spettacoli in ospitalità aderisce alla costruzione identitaria di un teatro plurale, in dialogo con Teatri Stabili, compagnie e strutture indipendenti, nazionali ed estere. Una condivisione di sguardo e contenuti, attenta alla qualità delle proposte e a cogliere le reinvenzioni del repertorio fra il meglio della sperimentazione. A partire dagli spettacoli che si avvicenderanno a gennaio sul palco dell’Argentina con il teatro di Emma Dante in Misericordia, favola contemporanea sulla disperata solitudine di un popolo di donne offese dalla violenza, con il profetico testamento di Thomas Bernard contro il ritorno dei totalitarismi in Piazza degli Eroi, per la prima volta portato in scena in Italia con la regia di Roberto Andò; seguono a febbraio all’India Smarrimento di Lucia Calamaro, monologo sulla sospensione dell’esistenza, e Padre Nostro di Babilonia Teatri, un ritratto di famiglia dove niente è al suo postomentre Federica Santoro e Luca Tilli con Hedvig, lavorano in modo estrattivo sull’Anitra Selvatica di Ibsen, ricavandone una riscrittura vicina al collasso della materia linguistica, sonora e umana; a marzo l’Argentina ospita Silvio Orlando con La vita davanti a sé di Roman Gary, racconto di un disperato bisogno di amare dal potente valore contemporaneo, intanto India è palcoscenico del monologo Compleanno di Enzo Moscato, un festeggiamento “in assenza” dedicato ad Annibale Ruccello, e di Modo Minore, sempre ad opera del drammaturgo regista e attore, un viaggio mnemonico-musicale che si sposta danzando discretamente nel giocoso impero canoro napoletano degli ultimi tre decenni del ‘900; ad aprile si recupera all’India uno degli spettacoli sospesi nella stagione mancata, l’Antigone sofoclea di Massimiliano Civica, e si accoglie About Lolita dei Biancofango, dal romanzo di Nabokov, un dialogo con l’arte che addensa dolore e piacere; in coda di Stagione, a maggio, arriva all’Argentina Macbeth, le cose nascoste, riscrittura shakespeariana sugli archetipi dell’inconscio firmata da Carmelo Rifici, mentre a India in programma il docupuppets per marionette e uomini, La classe, di Fabiana Iacozzilli, che indaga il rapporto tra l’infanzia e il diventare adulti in un amarcord alla maniera di Kantor.

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