Teatro Trastevere. “Il ritratto di Dorian Gray”. Recensione

ROMA –  In quale periodo del Ventesimo secolo Dorian Gray si sarebbe sentito più a suo agio? Sicuramente negli anni ’80, il decennio della ricerca sfrenata dell’edonismo. Ylenia Petrelli ha ricondotto a quegli anni le vicende del romanzo di Oscar Wilde di cui ha curato adattamento e regia nell’allestimento in scena al Teatro Trastevere dal 26 al 29 gennaio.

In un patchwork letterario in cui Wilde è affiancato da Baudelaire, rivivono il mito della giovinezza eterna, la tentazione del piacere e il rapporto tra arte e vita, tutti temi affrontati dallo scrittore inglese. Con la complicità delle luci di scena, la regista si concentra sui volti degli attori e in particolare sul viso di Dorian sdoppiato nel celebre quadro che invecchia al suo posto. Ma oltre ad avvizzirsi, la sua effigie ne coglie la corruzione morale che lo allontanerà dall’amore puro e lo avvicinerà alla decadenza e alla morte, prima dell’attricetta Sybil Vane e poi di Basil Hallward, il pittore segretamente innamorato del giovane rampollo londinese, l’unico al quale sarà svelato il segreto del suo quadro.

“Cammini sopra i morti, Beltà, e ti ridi di essi, fra i tuoi gioielli l’Orrore non è il meno affascinante e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari, sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente”, diceva Baudelaire nel suo Inno alla bellezza, sottolineando l’ambiguità ferina di quella dote inseguita tanto da Dorian quanto da Lord Henry Wotton, il suo vero Pigmalione. Sono le sue parole – in cui si condensano i celebri aforismi dello scrittore – ad affascinarlo, più delle pennellate di Basil, parole che lo porteranno a detestarne il sublime che il pittore aveva raggiunto con il suo ritratto.
La colonna sonora che fa da contrappunto alla narrazione parte da Wild Boys dei Duran Duran e arriva alla compianta bad girl dei nostri giorni, Amy Winehouse: anche noi che trent’anni fa abbiamo dato più peso all’estetica che all’etica, siamo destinati all’autodistruzione come Dorian?

Il ritratto di Dorian Gray
Teatro Trastevere, dal 26 al 29 gennaio
Con Marco Mabritto, David Miller Vultaggio, Alessandro Giova, Cristina FIlardo,
Adattamento e regia Ylenia Petrelli
Scenografie e luci Filippo Saccà
Costumi Cristina Petrelli, Flavia Ciciani
Musica Andrea Giorgietti
Foto di scena Elena Chiappa
Ass alla regia Carmela Falco
Idea Grafica Giordano Monorchio

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