Anteprime: “We want sex”, commedia sociale alla Ken Loach

Il film del regista inglese Nigel Cole, con il grande Bob Hoskins, ambientato nel 1968, racconta di una dura lotta delle operaie della Ford per condizioni di lavoro migliori

We want Sex di Nigel Cole (Calendar Girls e L’erba di Grace) è stato presentato in anteprima italiana al recente Festival Internazionale del Film di Roma, giunto quest’anno alla quinta Edizione. Il favore del pubblico è stato discreto e gli applausi sono stati convinti e prolungati. Soprattutto per il grande Bob Hoskins, il delegato sindacale che scopre la forza e la compattezza delle sue colleghe e Sally Hawkins, la più combattiva delle operaie scioperanti, vero motore della rivolta. Ma le vere star del red carpet sono state le due vere operaie ottantottenni, per la verità assai arzille, che sono venute a portare la loro testimonianza.

Era il 1968, hanno fatidico di proteste e sommovimenti, e in un paesino dell’Essex, Dagenham, si consumava una delle battaglie sindacali più importanti per i diritti dei lavoratori. 187 operaie della fabbrica della Ford più grande del paese, addette alla cucitura dei sedili, in luoghi a dir poco fatiscenti e mal pagate, non ci stanno a farsi sfruttare ai limiti dell’indigenza. Scatta la rivolta che sfocia in uno sciopero a oltranza guidato dall’operaia più battagliera del gruppo Rita (Sally Hawkins), l’esempio della giovane donna viene seguito dalle colleghe con determinazione tale che, alla fine, la grande casa automobilistica sarà costretta a giungere ad un accordo. Da queste premesse viene siglata in Inghilterra, nel 1970, una legge fondamentale per la parità salariale.

Come si vede siamo dalle parti delle commedie sociali inglesi, quelle che parlano di passione civile e di impegno civico, il cui massimo esponente autoriale è considerato il grande regista Ken Loach (Piovono pietre, Terra e libertà, Il mio amico Eric), ma nel film di Nigel Cole c’è anche il gusto della battuta ed assoli degli interpreti che indulgono al manierismo. Ciononostante il film ha un ritmo che conquista ed è assolutamente gradevole e da vedere.

Anche il titolo italiano è fatto per attirare rispetto al più prosaico titolo originario Made in Dagenham. La versione italiana, We want Sex, deriva comunque da un fatto realmente accaduto: a una delle tante manifestazioni organizzate dalle operaie in sciopero uno striscione non ben srotolato, all’epoca aveva dato la stura a commenti piccanti da parte dei colleghi maschi, lo striscione per intero recitava: We want Sex Equality, noi vogliamo la parità sessuale.

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