Cannes 69. Money monster. Thriller di ritmo e significato. Recensione

CANNES – Lee Gates (George Clooney), conduttore di uno show televisivo,  consiglia investimenti in borsa,  tra siparietti, pajettes e gag.

Di quello che possono guadagnare o perdere in termini economici i suoi telespettatori non si è mai curato, sino a quando un certo Kyle Budwell, (Jack O’Connell) irrompe negli studios in diretta, gli punta una pistola alla testa e minaccia di farlo saltare in aria perché, avendo seguito i suoi consigli, si è ridotto sul lastrico. Da quel momento il programma televisivo si fa inedito, la trasmissione live – sotto la guida vigile della regista Patty Fenn (Julia Roberts) – è una narrazione piena di suspense, tesa a chiarire all’attentatore (nonché allo spettatore) i meccanismi fraudolenti della finanza virtuale, al fine di salvare la vita alla star televisiva.

Il film  è diretto da Jodie Foster –  attrice navigata, vincitrice di due premi Oscar, tre Golden Globe, tre BAFTA e uno Screen Actors Guild Award – e la consacra all’olimpo dei registi di talento. La Foster è infatti riuscita in una impresa non facile:  rendere chiaro al pubblico che la speculazione finanziaria, attraverso complicatissimi ”algoritmi”  alla base delle fluttuazioni in borsa,  fa transitare ingenti capitali da un capo all’altro del pianeta senza che nessun ” investitore” possa realmente conoscere le cause dell’ andamento al rialzo o al ribasso di un titolo.

“Money monster – L’altra faccia del danaro”  è un thriller di ritmo e significato, interpretato da un cast di grandi star, riesce a coniugare la piacevolezza del genere con l’interesse per contenuti che rimandano alle difficoltà odierne.  Dipinge con pennellate veloci e sapienti la comunicazione globale, la connessione continua tra mondi opposti nei quali a volte la vita, a caso, rende alcuni protagonisti, eroi e vittime.

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