Harrison Ford protagonista di “Blade Runner 2”

Dopo 33 anni  il divo statunitense vestirà nuovamente i panni di Rick Deckhard, nel film diretto da Denis Villeneuve

“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire…..” (Rutger Hauer)

Un attesissimo ritorno

La notizia è ufficiale, Harrison Ford vestirà nuovamente i panni di Rick Deckhart, il coraggioso cacciatore di replicanti del cult-movie “Blade Runner”. Le riprese inizieranno nell’estate del 2016 e la pellicola arriverà nei cinema italiani per il Natale del 2017. Unica delusione o disappunto è che non sarà l’inglese Ridley Scott a dirigere il sequel. Il regista incaricato di girare il sequel sarà il canadese Denis Villeneuve, 47 anni, che ha alle spalle sei lungometraggi tra cui “La donna che canta” (2010), “Prisoners” (2012) con Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal ed “Enemy” (2013) sempre con l’eccellente Gyllenhaal e Isabella Rossellini.

Villeneuve è considerato come uno dei registi più interessanti del cinema canadese insieme a l’enfant prodige Xavier Dolan, l’autore dello straordinario “Mommy”. Prima di girare il seguito di “Blade Runner” nell’estate del 2016, Villeneuve dirigerà “Sicario”, un thriller con Benicio Del Toro e Josh Brolin.

Un soggetto inquietante e affascinante

Non sarà facile per Denis Villeneuve evitare paragoni con l’amatissimo “Blade Runner”. Il film di Ridley Scott girato nel 1982 è da sempre considerato come uno dei migliori esempi del genere fantascientifico. E’ una pellicola realizzata tra mille difficoltà e che all’inizio non fu accolto bene soprattutto al botteghino. Con il passare del tempo è diventato uno dei cult-movie più amati degli ultimi trent’anni. La scelta del soggetto fu già una scommessa rischiosa e temeraria. Il regista britannico Ridley Scott (che aveva girato due eccellenti film come “I duellanti” e “Alien”), aveva individuato una storia originale e futurista nel romanzo “Do androids dream of electric sheep”,  dello statunitense Philip K. Dick. Questo scrittore, poco conosciuto e apprezzato in vita, divenne improvvisamente famoso e amato dopo la sua morte nel 1982, prima che uscisse il film “Blade Runner”. Hollywood userà in seguito altri suoi romanzi come “Total Recall” e “Minority Report” diretti rispettivamente Paul Verhoeven da Steve Spielberg.

Philip K. Dick è stato successivamente rivalutato come un autore precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del ‘falso’, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino. Lo scrittore è oggi considerato uno dei più importanti ed innovativi autori di fantascienza e, più in generale, uno dei più grandi scrittori della letteratura statunitense del secondo dopoguerra; le sue opere sono caratterizzate da un’inquieta indagine sui temi della realtà (con riprese originalissime delle riflessioni filosofiche sull’ontologia), della simulazione e del falso, della teologia cristiana (in special modo la meditazione paolina e luterana, ma soprattutto di origine gnostica), della storia e della società degli Stati Uniti, e più in generale su quel nodo di idee e problematiche noto come postmoderno o tardo capitalismo.

L’odissea delle riprese

Tutta la critica specializzata da molti anni parla di “Blade Runner” come un capolavoro del genere, un film visionario, affascinante, innovativo dal punto di vista visivo e concettuale. Fondamentale fu anche la colonna sonora realizzata dal pluristrumentista greco Vangelis, che aveva vinto nel 1981 l’Oscar per “Momenti di gloria”. Eppure quando fu realizzato ci furono grandi problemi e difficoltà finanziarie che il regista Ridley Scott affrontò con grande coraggio e determinazione.

Ridley Scott si circondò di grandissimi artisti per le riprese. Chiamò l’eccellente Jordan Cronenwenth per la fotografia, il quale si occupò anche delle strepitose scenografie e il maestro degli effetti speciali Douglas Trumbull (2001: odissea nello spazio). Per il cast fu scelto Harrison Ford nella parte del detective Rick Deckard, Rutger Hauer nei panni del capo dei replicanti, Daryl Hannah, Sean Young e Joanna Cassidy nelle affascinanti e temibili androidi che popolano il film.

I principali problemi che dovette affrontare Ridley Scott riguardarono la sceneggiatura che a suo avviso nella stesura originale non era efficace. Ci furono forti tensioni tra il regista e gli scrittori Hampton Fancher e David Webb Peoples. Dopo molte correzioni, revisioni e furibonde litigate Scott riuscì a far scrivere una sceneggiatura degna del grande romanzo di Philip K. Dick.  Le altre difficoltà riguardarono l’aspetto finanziario. Il produttore Michael Deeley e le compagnie di produzione The Ladd Company e Sir Run Shaw erano concordi per un film a “costi contenuti”. Il regista invece voleva fare le cose in grande, soprattutto dal punto vista visivo, scenografico e dei costumi. Il film era ambientato a Los Angeles nel 2019 e quindi erano necessarie realistiche e grandiose scenografie per rendere la storia credibile. Ridley Scott lottò strenuamente per portare il budget dagli iniziali 13 milioni ai 15 milioni di dollari. Pian piano i costi lievitarono ad oltre 21 milioni di dollari. Alla fine delle riprese le spese complessive arrivarono ad oltre 28 milioni di dollari, una cifra per il 1981-82 decisamente considerevole. Nonostante ciò dal marzo del 1981, inizio delle riprese al giugno del 1982, uscita del film, Ridley Scott, dovette combattere strenuamente ogni giorni per avere finanziamenti e metri di pellicola in più. Le ultime scene del film, le splendide panoramiche delle Montagne Rocciose, furono un ‘regalo’ di Stanley Kubrick che le aveva filmate per “Shining”. Ridley Scott aveva impiegato tutta la pellicola disponibile.

Nonostante il parere favorevole della critica specializzata, “Blade Runner”, fu un insuccesso dal punto di vista degli incassi. Nel primo anno di programmazione gli introiti furono minori del budget investito per la realizzazione del film.

Ironia della sorte, dal 1982 ad oggi, il film è stato riproposto molte volte in tv, diffuso prima in Vhs e poi in dvd in varie versioni con scene aggiuntive. “Blade Runner” è diventato uno dei cult-movie più amati dal pubblico di tutto il mondo. Il suo stile visivo innovativo e originale ha fatto scuola. E’ uno dei classici del cinema contemporaneo.

Condividi sui social

Articoli correlati