AMINTA di Torquato Tasso rappresentata dai filodrammatici del manicomio di Sant’Anna per opera del poeta medesimo spettacolo selezionato per “Il mistero della mente”, Festival di Teatro Sociale e delle Diversità – Teatro Quirinetta (20 – 29 aprile 2015)
ROMA – Per aver gridato frasi ingiuriose contro il duca di Ferrara, l’11 marzo 1579 Torquato Tasso fu internato nel manicomio di Sant’Anna. Recluso nel reparto riservato ai pazzi furiosi e trattato come frenetico, vi rimase per sette anni, tre dei quali in assoluto isolamento, a volte persino alla catena. La follia del Tasso diverrà oggetto di secolari discussioni: la sua fu vera pazzia o un’amletica forma di mascheratura che il poeta stesso assunse per non rivelare qualcosa di inconfessabile e che aveva a che fare con la sfera dell’eros e del sesso? Fatto sta che, dopo quell’isolamento, Tasso si smarrisce come persona per consegnarsi definitivamente alla storia come personaggio. Ed è come personaggio che vediamo il Tasso in questa nostra messinscena dell’Aminta. Ormai il dramma bucolico pastorale, dove si narrano gli amori a lieto fine tra ninfe e pastori, scritto in uno degli ultimi momenti felici della sua vita, è solo una vaghissima, lontana memoria, una memoria corrotta dal dolore e dall’esaltazione. La favola pastorale si è spezzata in frammenti, brandelli, ripetizioni, ossessioni, smarrendo per sempre l’olimpico ordine compositivo –perfetto!- con cui era stata scritta. Un’ Aminta immaginata e rivista da Tasso all’interno dell’universo manicomiale in cui è precipitato, fatto di sopraffazione e violenza; dove gli altri frenetici (come lui stesso è considerato) assumono nella sua mente allucinata i ruoli di Aminta e Silvia e Dafne, e dove lui stesso s’immagina come Tirsi, l’amante deluso e sfortunato, che solo nella poesia ha trovato rifugio al suo dolore. Tasso riconosce i personaggi del dramma pastorale nei reclusi che presentano curiose similitudini psicologiche (e patologiche…) con gli originali; li riconosce in Veronica, Alighiero, Adalgisa, povere anime devastate dalla follia e mette in scena il suo personalissimo ed immaginario teatro, la sua impossibile rappresentazione.
Sergio Basile
28 aprile 2015 | ore 20:30
Teatro Quirinetta
AMINTA
di Torquato Tasso
adattamento e regia di Sergio Basile
con Benedetta Corà, Paola Cultrera, Lorenzo Garufo, Teo Guarini, Fabrizio Milano, Stefano Patti, Giulia Pera
direzione tecnica di Edoardo Basile
info e prenotazioni:
Teatro Quirinetta
via Marco Minghetti, 5 – Roma
Tel. 06 69925616